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Bersani, Letta e Speranza ci credono: “La rimonta parte da Reggio Calabria. Le destre vogliono Paese disuguale, Sud si deve difendere”

di Walter Alberio – La remuntada. Affacciandosi dal palco di piazza Duomo, Enrico Letta ne è convinto: è possibile. Lui, arrivato a Reggio Calabria con Roberto Speranza e Pierluigi Bersani, usa la parola rimonta, non quella della Catalogna calcistica, ma il concetto non cambia: si punta al sorprendente ribaltamento di ogni pronostico contro la destra a trazione Giorgia Meloni.

“Da Reggio Calabria parte la rimonta”, afferma durante il comizio il segretario nazionale del Partito Democratico. Alle sue spalle, oltre a Bersani e Speranza, alcuni dei candidati del centrosinistra in Calabria: dal segretario regionale del Pd, Nicola Irto, capolista alla Camera, a Dalila Nesci, l’ex grillina in quota “Impegno Civico” di Di Maio. E ancora: l’assessore comunale Mimmetto Battaglia, l’ex sindaco Caterina Girasole, Teresa Esposito e i parlamentari uscenti Enza Bruno Bossio e Nico Stumpo.

PNRR, GIOVANI E PA: “SERVONO 300MILA ASSUNZIONI”. Secondo Letta, il Pnrr rappresenta la più grande scommessa del presente e per vincerla occorre “assumere 300mila giovani nella Pubblica Amministrazione”, indebolita – spiega l’ex premier dal palco – dal blocco del turnover nel decennio dell’innovazione digitale. “Fare funzionare il Pnrr nella maniera tecnologicamente più avanzata” e proteggere le risorse dai tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata sono i due obiettivi da centrare. “Lo leggiamo nelle intercettazioni telefoniche di tutte le inchieste dei magistrati. La frase ricorrente – dice – è ‘Adesso arrivano i soldi’. Noi dobbiamo bisogno di proteggere quei soldi dalla mafia. E, per fare questo, c’è bisogno di una Pubblica Amministrazione forte”. 

“La destra ci racconta un futuro confuso e ambiguo”, sostiene Letta, puntando il dito su uno dei cavalli di battaglia degli avversari: “Sulla flat tax proposta dalla destra dico questo: non c’è nulla di più ingiusto che far parti uguali tra disuguali”, afferma il segretario Pd, citando don Milani. La ricetta dei dem, invece, in materia di politica fiscale, è incentrata sulla riduzione delle tasse sul lavoro, perché le persone “abbiano un salario più alto e abbiano quella 14esima che consenta loro di reggere il colpo del caro energia e dell’inflazione”.

BERSANI E SPERANZA: “SUD SI DEVE DIFENDERE. CON AUTONOMIA DIFFERENZIATA A RISCHIO UNITA’ NAZIONALE”. Dalla flat tax all’autonomia differenziata. E’ un’altra misura programmatica della Lega a finire nel mirino dei leader del centrosinistra. Il ministro della Salute uscente e segretario nazionale di Articolo Uno, Speranza, definisce quello dell’Autonomia differenziata “un disegno sfrenato e irricevibile” che “spaccherebbe il nostro Paese”.

“I soldi delle tasse pagate restano nella zona dove si pagano? Se questo disegno passasse, metterebbe fine all’Unità nazionale. Non avremo più la stessa scuola o sanità pubblica. La destra – tuona il ministro – fa politiche che aiutano solo i più forti, cercando il voto ai ceti più deboli, a cui indica un nemico”. 

“Il Sud si deve difendere, perché se il Sud di difende, difende anche l’Italia”. Sulla stessa lunghezza d’onda, Pierluigi Bersani, che pone l’accento anche sul tema dei diritti civili e sulle connessioni e affinità tra le forze di destra e l’ultraconservatore Orban, primo ministro ungherese. “Hanno fatto battaglie ostruzionistiche su tutte le leggi dei diritti civili, dallo ius soli allo ius scholae. Adesso la Meloni viene a dire che il diritto da garantire è quello di ‘non abortire’”. Perentorio su questo punto il ministro Speranza: “Noi siamo quelli dei diritti. Dobbiamo impegnarci in ogni in piazza d’Italia a dire che difenderemo con il coltello tra i denti la legge 194 e non si tornerà indietro su questo terreno”.

Uno degli appelli finali di Letta è per i giovani: “Venite a votare il 25 settembre. Ambiente e diritti sono i temi più cari alle giovani generazioni, ma anche quelli su cui, dall’altra parte, c’è negazionismo e oscurantismo”, continua il segretario dem. “Convinciamoli, loro sanno per chi non votare”.

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