“L’Ordine dei medici di Reggio Calabria e provincia, – si legge in una nota – consapevole del proprio ruolo di organo sussidiario dello Stato ai fini di tutelare gli interessi pubblici, garantiti dall’ordinamento connessi all’esercizio professionale (DLGSCPS del 13 settembre 1946 n. 233, ratificato dalla legge 17 aprile 1956, n. 561 in cui sono presenti, tra gli altri, alcuni importanti punti tra i quali: promuovere ed assicurare la qualità tecnico-professionale degli iscritti e il rispetto dei principi etici indicati nel codice deontologico, verificare il possesso dei titoli abilitanti all’esercizio professionale, concorrere con le autorità locali e centrali alla promozione, organizzazione e valutazione delle attività formative e dei processi di aggiornamento, vigilare sugli iscritti agli albi, in qualsiasi forma giuridica svolgano la loro attività professionale), sottolinea l’inopportunità di dichiarazioni pubbliche di tutte le parti in campo utili soltanto a generare confusione ed inutili sospetti. Consapevole di non voler assolutamente essere coinvolto in inutili polemiche, l’Ordine dei medici vuole chiarire la propria posizione con spirito di collaborazione e nell’interesse comune della salute dei nostri conterranei.
Premesso ciò, in riferimento a quanto recentemente pubblicato sugli organi di stampa, si ribadisce che non è certo compito dell’Ordine dei medici, che per altro ha sempre evidenziato agli organi competenti le criticità esistenti nei nostri ospedali, accertare i motivi per i quali molti colleghi, e non ultimo il dottore Furci, hanno deciso di rinunciare all’incarico. Invitiamo pertanto il governatore Occhiuto a svolgere eventuali approfondimenti per scoprire i reali motivi per cui tanti colleghi rinunciano all’incarico e soprattutto perché tanti giovani medici emigrano in altri luoghi piuttosto che restare nella nostra regione. Si evidenzia ancora una volta che, nel corso del recente incontro svoltosi con lo stesso Presidente della Regione Calabria, abbiamo depositato ufficialmente una serie di proposte e riflessioni, peraltro scaturite da chi opera quotidianamente sul territorio e vive sulla propria pelle, assieme agli utenti, tutte le gravi carenze e criticità del settore, per dare un serio contributo alla risoluzione dei problemi che affliggono da tempo la sanità calabrese.
Proposte e riflessioni che, partendo da una miope programmazione del Ministero della Salute che circa 10 anni addietro non ha tenuto conto dei campanelli d’allarme che già prevedevano una gobba previdenziale che avrebbe reso impossibile il turnover, invitano gli organi regionali, prima di prendere decisioni insolite e “speciali”, di verificare direttamente ed in maniera rigorosa e seria, la disponibilità del personale dipendente dei vari ospedali di effettuare prestazioni aggiuntive secondo le norme ed i vari contratti vigenti, sia nella propria azienda che nelle altre. Una volta effettuata tale verifica, occorrerebbe privilegiare le forme contrattuali e quindi i concorsi ma con delle modalità speciali. Così come il presidente Occhiuto sta mettendo in atto una procedura “speciale” per il reclutamento di medici cubani o il coinvolgimento di cooperative, sarebbe opportuno che il Ministero o la Regione autorizzasse delle forme contrattuali, anch’esse particolari, per tutte le specialità e che consentisse di variare, quindi, nella componente che si può modificare, gli stessi contratti prevedendo anche forme di contratti libero professionali. Inoltre, la tendenza nazionale a fare entrare le cooperative negli ospedali, di fronte alla quale questo Ordine si pone in maniera estremamente critica, risolve il problema della carenza di personale ma snatura gli ospedali, togliendo l’anima agli stessi. Bisogna privilegiare le assunzioni in qualunque forma, garantendo il principio delle opportunità di carriera e vantaggio economico.
L’Ordine chiede, quindi, dopo una seria ricognizione dei bisogni, di mettere le amministrazioni delle varie aziende nelle condizioni di poter gestire in maniera più libera la questione della carenza di personale.
Basterebbe soltanto prendere in seria considerazione, – conclude l’Ordine – anziché perdersi in inutili polemiche, tutti gli elementi di criticità posti da tempo all’attenzione della politica da tutti gli Ordini dei medici della Calabria per avviare una seria riforma della Sanità e per abbracciare modelli organizzativi improntati all’efficienza ed in grado di dare risposte certe e vantaggiose nei confronti di tutta l’utenza calabrese”.