di Pasquale Amato* – I tempi sono forse più maturi per ritornare sulle ragioni di una proposta avanzata nel 2003 dal sottoscritto e dall’Arcivescovo Mons. Salvatore Nunnari circa la Fondazione di Reghion nel 730 aC e l’istituzione del 14 luglio come Natale di Reggio. Allora la proposta suscitò commenti disparati. Commenti che oscillarono tra l’accoglienza entusiastica e le perplessità di chi ancora non aveva superato la mistificazione delle ragioni vere della protesta popolare contro lo scippo perpetrato ai danni di Reggio nel 1970.
Qualcuno andò anche fuori dal seminato con connessioni senza fondamento col Natale di Roma. Il Natale di Roma fu proposto nel I sec. a.C. dal Circolo di Mecenate e approvato e ufficializzato dall’Imperatore Augusto, venne celebrato durante lo Stato Pontificio, fu reintrodotto come Festa dal Sindaco mazziniano Ernesto Nathan agli inizi del ‘900 e tuttora viene celebrato dalle amministrazioni capitoline di qualsiasi colore.
L’ipotesi dell’anno 730 come la data più probabile della fondazione di Reghion ricevette viceversa un’accoglienza quasi unanime, esclusi gli oppositori di tutto ciò che non hanno pensato o scritto loro stessi.
L’intera proposta non era il risultato di un’invenzione, ma poggiava su premesse storiche definite. Gli storici antichi hanno raccontato la Prima Guerra Messenica, svoltasi tra il 740 e il 720 a.C. Quella guerra impegnò da una parte gli spartani decisi ad assoggettare i loro vicini; e dall’altra i Messeni, irriducibili nella loro resistenza ma destinati a soccombere contro un nemico più forte. Era un’impresa ardua nel mondo ellenico misurarsi con un esercito di cittadini-soldati come quello della polis-caserma Sparta.
Nel contempo hanno rievocato la fondazione di Reghion narrando che essa scaturì da una segnalazione dei calcidesi che avevano fondato Zancle nel 734 aC sulla sponda siciliana dello Stretto. Altrettanto acquisito è il dato che un gruppo di Messeni in fuga si aggregò durante il viaggio presso l’oracolo di Delfi e partecipò all’impresa.
L’ipotesi del 730 a.C. è quindi la più plausibile. Peraltro suffragata e confermata da uno studio approfondito e comparato dei testi degli storici antichi, primo fra tutti Tucidide, massimo storico dell’antichità. Ipotesi su cui vi è stata la convergenza di uno storico eccelso del mondo antico come il francese Georges Vallet nel suo saggio su Reghion e Zancle.
Quanto all’ipotesi del mese anch’essa è frutto dello stesso percorso di riflessione che rispetta il contesto storico di quel tempo. La spedizione richiedeva innanzitutto una fase di preparazione lenta e dettagliata (costruzione delle navi, vestiario e vettovagliamento, oggetti personali, arredi indispensabili). In secondo luogo il viaggio per fondare una nuova polis non poteva che svolgersi tra la seconda metà di giugno e la metà di luglio, dato che sulle navi s’imbarcavano non soltanto marinai ma emigranti di varie professioni che non avevano mai affrontato il mare. E quando il mare era agitato la navigazione, che si svolgeva costeggiando, era interrotta da spiaggiamenti in attesa di condizioni più tranquille.
In sostanza, possiamo considerare come molto probabile per lo sbarco un giorno intorno alla metà di luglio. Si è fatta quindi strada la scelta della data del 14, giorno che ha acquisito nella memoria storica recente dei reggini un forte valore simbolico: quello dell’inizio della Rivolta del 1970.
La scelta del 14 luglio 730 a.C. si colloca pertanto a metà strada tra una realistica ricostruzione delle fonti antiche e una verosimile ipotesi collegata alla memoria storica recente della città.
*Storico e Docente Universitario di Storia nell’Università di Messina
sino al 30 settembre 2014 e nell’Università per Stranieri di Reggo Calabria