“Quanto si è verificato nella mattinata odierna, nel corso della prima Commissione Bilancio, convocata per discutere del cosiddetto Consuntivo, in presenza dell’assessore Calabrò e del dirigente Consiglio, rappresenta una pagina svilente per la politica reggina”. Inizia così la nota di Angela Marcianò, consigliere comunale e presidente del movimento “Impegno e Identità”, che aggiunge: “Dopo una formale lettura dei dati da parte dell’assessore al Bilancio, ho formulato numerose e circostanziate domande, che, punto per punto, evidenziavano non solo la deficitaria condizione dell’ente (fatto ormai conclamato), ma anche gli effetti economici devastanti in termini di ricadute su servizi pubblici essenziali, personale, assunzioni, pressione tributaria pro-capite, tassi di elusione ed evasione. Il dibattito che ne è emerso, considerate le tematiche riguardanti settori specifici dell’Amministrazione comunale, lasciava presagire che sarebbe stato concesso il giusto tempo per approfondire la materia (i documenti sono arrivati dall’indirizzo di posta dell’assessore soltanto venerdì 20 maggio). Pertanto, quasi tutti i consiglieri di minoranza avevano messo in conto di intervenire nel corso dei successivi incontri con dirigenti e assessori. La stessa maggioranza, nel corso delle precedenti sedute aveva già iniziato a calendarizzare gli incontri, tenendo conto delle richieste delle opposizioni e del significativo e preoccupante ritardo da parte degli uffici nella trasmissione dei residui. E, invece, incredibilmente, si è palesato un colpo di scena. A fine seduta è stato comunicato, senza alcuna forma di rispetto per il delicato ruolo del consigliere di opposizione, un vero e proprio cambio di programma, che ha lasciato attoniti tutti i consiglieri di minoranza, informati della singolare circostanza che fosse ‘inutile audire gli altri assessori e dirigenti’, ‘perché non saprebbero cosa aggiungere’ e che “al massimo giovedì il consuntivo sarà approvato’.
“L’atteggiamento oltre ogni limite della decenza politica, a quel punto, non è stato accettato. Con una serie di interventi finalizzati a far capire l’enorme abuso che si stava compiendo, i membri della minoranza – continua – hanno rammentato che al Consuntivo si è arrivati molto oltre il termine previsto dalla legge e che lo stesso sindaco facente funzioni e l’assessore avevano evidenziato inadempimenti gravissimi da parte dei dirigenti e promesso provvedimenti disciplinari. Era quindi normale consentire all’opposizione consiliare di confrontarsi con i diversi settori, con il direttore generale (che ha pure minacciato le dimissioni) e, soprattutto, avere il tempo materiale di leggere tutti gli allegati al Bilancio, per poterne discutere consapevolmente e nell’interesse dei cittadini che i consiglieri di opposizione rappresentano.
“E’ stato, pertanto, deciso di mettere ai voti – prosegue Marcianò – un momento di normale democrazia. La minoranza ha perso 5 a 7, ma non intendiamo certo fermarci perché la politica deve essere fatta di condotte significanti e consequenziali. Di comune accordo siamo subito usciti dall’aula, lasciandoli senza il numero legale ed impossibilitati ad approvare l’ennesimo abuso non condiviso, non trasparente e antidemocratico. Poteva anche passare la favoletta sul Bilancio Consuntivo, pur sapendo bene che l’unico dato positivo dipende esclusivamente dagli aiuti di Stato. Ma togliere la parola a chi è stato democraticamente eletto per rappresentare la propria città, questo no. La politica è proprio altro rispetto a quella che mettono in scena quotidianamente gli occupanti di Palazzo San Giorgio del centrosinistra. E se proprio non riescono a studiare il Bilancio, si fermino un attimo – è l’invito che arriva dalla docente universitaria – a leggere la nostra Costituzione”.