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L’accoglienza dei migranti a Reggio Calabria sulle orme di monsignor Giovanni Battista Scalabrini e don Domenico Farias

Già sul finire del 1800, davanti alle masse di italiani che si imbarcavano per l’America e  gli stagionali che si spostavano verso le risaie di Piemonte e Lombardia, monsignor Giovanni Battista Scalabrini, vescovo di Piacenza, affinò la sua sensibilità e la sua visione del fenomeno migratorio sostenendo, con una notevole produzione di scritti e lettere pastorali ed un’ancora più estesa opera umanitaria, che l’assistenza a favore degli emigranti doveva essere integrale: partire dall’azione religiosa per arrivare alla tutela legale, morale, culturale, sanitaria e sindacale.

Come il grande vescovo del Nord, cent’anni dopo, a Reggio Calabria, un’altra luminosa figura della Chiesa, don Domenico Farias, docente di Filosofia del diritto e straordinario intellettuale, ha saputo accogliere con lungimiranza le prime comunità di stranieri che si insediavano nello Stretto di Messina ed oggi la sua casa nel centro storico della città è diventata luogo di assistenza spirituale e materiale per chi non deve sentirsi straniero. Il prete reggino fu capace di coniugare la questione meridionale e le sue radici culturali con la mondialità. Di lui, il giornalista e vaticanista Luigi Accattoli scrisse “l’uomo più colto che io abbia conosciuto e insieme il più umile”.

A raccontare monsignor Scalabrini e don Farias, ed evidenziare la sorprendente attualità del loro pensiero e della loro azione, saranno, rispettivamente, Padre Gabriele Bentoglio, direttore dell’Ufficio diocesano “Migrantes”, e il dottor Augusto Sabatini, del Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale. L’appuntamento è per sabato 21 maggio alle ore 10 nell’Aula Magna del Seminario Arcivescovile.

In questo 2022 ricorrono i 25 anni dalla Beatificazione di monsignor Giovanni Battista Scalabrini, indicato da Giovanni Paolo II come Padre dei migranti, ed i 20 anni dalla morte di don Domenico Farias.

Il loro ricordo si colloca nel seminario di studi, organizzato dal Centro Diocesano “Migrantes” e dalle Cooperative Demetra e Res Omnia, per sviluppare un’analisi sul fenomeno delle migrazioni, con il prezioso contributo di monsignor Franco Agnesi, vicario generale e vescovo ausiliare di Milano, membro della Commissione per le migrazioni della Conferenza episcopale italiana.

“Migranti ieri e oggi: persone, non numeri” è l’eloquente titolo del seminario che porterà a scoprire come l’orientamento ed il sostegno della Chiesa, nello specifico un finanziamento della Cei, si traducono in un progetto sociale promosso dalle Cooperative Demetra e Res Omnia, che mira all’accoglienza dei migranti presso Casa Farias, un servizio di pronto intervento con operatori di strada, il superamento della condizione di disagio e di bisogno e l’accompagnamento all’autonomia ed al lavoro di chi fugge da situazioni di guerra e povertà. Sarà la dottoressa Cristina Ciccone, presidente della Cooperativa Demetra, ad illustrare i contenuti del progetto “Libero di essere me stesso”, che testimonia l’impegno accanto ai migranti  di tante persone di buona volontà nella città metropolitana e nella diocesi reggina-bovese.

La conclusione dei lavori è affidata all’Arcivescovo di Reggio Calabria-Bova, monsignor Fortunato Morrone.

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