La Procura della Repubblica di Crotone ha fatto luce su una lunga serie di illeciti che sarebbero stati commessi al comune di Cotronei, nel crotonese. Questa mattina i carabinieri della compagnia di Petilia Policastro con i colleghi della stazione di Cotronei, hanno notificato un avviso di conclusione delle indagini preliminari a quindici persone, tra amministratori pubblici, funzionari comunali e soggetti privati, indagati a vario titolo di falso ideologico e materiale in atto pubblico, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, corruzione elettorale, concussione, estorsione e tentata induzione indebita a dare o promettere utilita’.
Le indagini, sviluppate nell’arco di oltre tre anni, hanno permesso di disvelare una serie di condotte amministrative di verosimile natura illecita nonche’ di pressioni esterne, caratterizzata da falsificazioni documentali, irregolarita’ negli appalti pubblici e gravi interferenze di soggetti privati, alcuni dei quali autori di condotte estorsive ai danni di funzionari, amministratori e imprenditori del luogo nell’intento di condizionare le scelte politico-amministrative e ottenere indebiti vantaggi economici. Tra i principali filoni investigativi, di particolare rilievo risulta quello relativo alla realizzazione del progetto “Borgo della Musica Rock – Steven Tyler”, finanziato per 1,3 milioni di euro dalla Regione Calabria, finalizzato alla creazione di un Museo del Rock dedicato al celebre leader della band degli “Aerosmith”.
Il progetto, frutto di un’intesa originaria tra l’amministrazione comunale e la stessa rockstar Steven Tyler, frontman e leader del gruppo rock di fama mondiale, la cui famiglia e’ originaria di Cotronei, era stato concepito per trasformare la cittadina silana in un polo di attrazione culturale e musicale di respiro internazionale. L’artista americano, fortemente legato all’iniziativa, si era personalmente impegnato a partecipare all’inaugurazione del museo con un concerto gratuito insieme alla figlia, l’attrice Liv Tyler, in segno di amicizia e di riconoscenza verso il territorio.
Le gravi irregolarita’ amministrative e tecniche riscontrate, consistenti in falsi atti pubblici, mancate autorizzazioni paesaggistiche, omissioni di pareri e illegittime procedure di esproprio, hanno determinato la mancata realizzazione dell’opera. L’attivita’ investigativa ha inoltre consentito di far emergere episodi di frode nella gestione degli appalti pubblici, corruzione elettorale e pressioni indebite nei confronti di amministratori e funzionari, evidenziando una mala gestio diffusa e sistematica nella gestione delle risorse pubbliche. Le indagini, condotte attraverso analisi documentali, accertamenti tecnici, audizioni testimoniali e riscontri contabili, hanno ricostruito l’intera filiera decisionale degli atti pubblici, tracciando i flussi di decisione e di influenza che, nella ipotesi investigativa, hanno compromesso il corretto andamento dell’azione amministrativa.
