“Chiedo alla Presidente Meloni di mantenere le promesse che ci ha fatto all’indomani della tragedia, consentendo ai superstiti ed ai parenti delle vittime di ricongiungersi con i loro familiari che risiedono in Europa”. É l’appello lanciato da Farzaneh Maleki, giovane siriana che vive in Germania e che nel naufragio di Cutro di due anni fa ha perso alcuni familiari tra cui anche Asif, un neonato che é stata la vittima più piccola, nel corso della conferenza stampa che ha fatto seguito alla veglia di preghiera svoltasi all’alba.
Sia la veglia che le altre iniziative svoltesi stamattina sono state organizzate dalla “Rete 26 febbraio”.
“Occorre rendersi conto che questo dolore e questa sofferenza – ha detto ancora Farzaneh Maleki – non appartengono solo alle famiglie delle vittime, ma rappresentano una questione umana che deve essere presa in considerazione. Rispondere quando accadono queste tragedie e garantire giustizia alle vittime è una responsabilità globale che deve essere affrontata con azioni concrete e non con le parole. La preghiera che rivolgo ai governanti italiani é di non trattate i migranti con superficialità. Siamo tutti esseri umani”.