“Quante giovani madri sono costrette da regimi liberticidi e oppressivi ad abbandonare la propria terra e a mettersi nelle mani di trafficanti senza scrupoli, pur di dare un futuro ai propri figli? Appena pochi giorni fa, tante di queste donne sono annegate al largo delle coste della Calabria. L’hanno chiamata la ‘strage dei genitori’, una tragedia immane che ferisce i nostri cuori e interroga e tormenta le nostre coscienze”.
Lo ha detto Maria Elisabetta Alberti Casellati, ministro per le Riforme istituzionali e la semplificazione normativa, alle celebrazioni per l’8 marzo al Quirinale.
Casellati ha rivolto il suo pensiero anche all’Iran e all’Afghanistan “a quelle aree del mondo dove invece la violenza contro la donna e la sistematica limitazione delle sue liberta’ sono imposte dagli stessi Stati. Il legame tra la forma di governo di una societa’ e il ruolo che la donna in essa riveste – ha affermato – da’ la misura del grado di democrazia di un Paese. Le drammatiche testimonianze di questa mattina ci richiamano a una realta’ agghiacciante che purtroppo e’ la radiografia di un sistema privo di liberta’. Lo Stato contro le donne”.
“Quante giovani madri – ha insistito – sono costrette da regimi liberticidi e oppressivi ad abbandonare la propria terra e a mettersi nelle mani di trafficanti senza scrupoli, pur di dare un futuro ai propri figli?” A questo proposito ha ricordato la tragedia dei migranti dei giorni scorso al largo della Calabria.
“L’hanno chiamata la “strage dei genitori”, una tragedia immane che ferisce i nostri cuori e interroga e tormenta le nostre coscienze. Gli esempi nel mondo sono tanti, sono troppi e riguardano piu’ di 200 milioni di donne. Non possiamo e non dobbiamo voltarci dall’altra parte. Perche’ la battaglia delle donne iraniane, di quelle afghane o di ogni altro Paese oppressore delle liberta’ fondamentali, e’ una battaglia che riguarda la vita e i diritti di tutte le donne nel mondo.
La loro tragedia – ha scandito – e’ la nostra tragedia”.
Casellati ha infine auspicato in “una presa di posizione univoca della comunita’ internazionale, chiara nei principi e netta nella condanna di qualsiasi violazione dei diritti. E che costituisca la base concreta degli organismi internazionali e dei singoli Stati, delle associazioni dei cittadini e dei media. Occorre che diritti e liberta’ possano diventare parte di una comune identita’ culturale”.