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Estorsioni nei villaggi turistici e usura nel Crotonese: la testimonianza del pentito Dante Mannolo, arrestato nell’operazione “Malapianta”

Le denunce di due imprenditori vessati dalla cosca e le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Dante Mannolo sono alla base dell’operazione Jonica eseguita questa mattina dalla Guardia di Finanza di Crotone che ha notificato 10 misure cautelari emesse dal gip distrettuale di Catanzaro su richiesta della Dda. I due imprenditori hanno raccontato le pretese estorsive per la manutenzione del verde nel villaggio turistico Serene’ Village che si trova a San Leonardo di Cutro. Denunce suffragate dalle dichiarazioni di Dante Mannolo, arrestato nell’ambito dell’operazione Malapianta, e divenuto successivamente collaboratore di giustizia.

“Per farvi comprendere – ha raccontato Dante Mannolo ai magistrati della Dda – all’epoca di costruzione del ‘Serene” si tenne una riunione fra Nicolino Grande Aracri, mio padre Alfonso Mannolo e Zoffreo Leonardo. Mio padre ottenne per se’ e la sua famiglia la consegna di un contributo estorsivo mensile di cui vi ho detto, che e’ stato consegnato anche a mie mani da parte dei titolari del servizio di giardinaggio. Zoffreo e Grande Aracri invece ottennero il versamento della quota estorsiva direttamente dai titolari del villaggi ossia dalla famiglia Maresca per come vi ho gia’ spiegato in altri interrogatori”.

Per l’estorsione ai titolari della struttura turistica Leonardo Zoffreo e’ stato condannato nel processo scaturito proprio dall’operazione Malapianta. L’operazione Jonica invece ha preso in esame l’estorsione agli imprenditori che si occupavano della gestione del verde nel villaggio dal 2000 al 2017. I due imprenditori hanno raccontato di aver subito ingenti pretese estorsive dalla cosca Mannolo: dagli 800 euro (pagati per 15 anni) ai 1200 euro al mese chiesti al secondo imprenditore dal 2017 fino all’arresto dei Mannolo.

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