Nei piccoli comuni l’abitare non è solo una scelta urbanistica, è una scelta di vita. Se vogliamo che l’entroterra e aree come l’Arberia continuino a vivere, dobbiamo investire nel valore immobiliare, nei servizi e, quindi, nella qualità della vita. Perché la rigenerazione non passa dai grandi interventi ma comincia dalle famiglie che restano, da quelle che tornano e da chi decide di insediarsi nei borghi. È questo il vero cantiere del futuro. E bene ha fatto il Governatore della Calabria, Roberto Occhiuto, a mettere in cantiere una misura come Casa Calabria 100 che mette a sistema proprio questa visione.
VISIONE GOVERNO OCCHIUTO ANTICIPA TEMI CARDINE 42ESIMA ASSEMBLEA ANCI
È quanto afferma il Sindaco di Vaccarizzo Albanese, Antonio Pomillo, che in questi giorni sta partecipando alla alla 42ª Assemblea Nazionale ANCI, in corso a Bologna, dove amministratori da tutta Italia stanno discutendo proprio di emergenza abitativa, coesione sociale, rigenerazione urbana e digitalizzazione dei servizi pubblici.
CASA, SERVIZI, RADICI: ECCO LA STRATEGIA PER I PICCOLI COMUNI
Il nuovo programma Casa Calabria 100, destinato a sostenere chi sceglie di trasferirsi a vivere nei piccoli centri – sottolinea ancora il Primo Cittadino – ci dice che il futuro della Calabria si gioca nei luoghi che oggi rischiano lo spopolamento. Non dobbiamo, perciò, limitarci a sopravvivere, ma tornare a crescere come comunità capaci di attrarre nuove energie.
IL SALOTTO DIFFUSO DI VAKARICI COME LABORATORIO DI COESIONE
Dal canto suo, il Salotto diffuso di Vakarici, nel dibattito di all’ANCI, si pone come modello in cui identità e abitare sono la stessa cosa. Le case – sottolinea ancora il Sindaco – sono storie, la lingua è una radice, le famiglie sono il presidio della memoria. Rigenerare l’abitare, dunque, significa anche proteggere culture che vivono solo se restano incarnate nelle persone e nei luoghi. E l’Arberia, in questo senso, si presenta come laboratorio naturale di coesione, dove le politiche per l’abitare e quelle per la cultura si intrecciano in un’unica visione di sviluppo umano e territoriale.
TRANSIZIONE DIGITALE E SERVIZI PROSSIMITÀ SOSTEGNO PER RIVIVERE BORGHI
Tra i temi al centro dell’Assemblea ANCI è emersa anche l’urgenza della innovazione digitale come leva per rendere i piccoli comuni competitivi e capaci di garantire servizi moderni. La Regione – evidenzia – ha messo in campo un Piano per la Transizione Digitale che rappresenta un salto di qualità essenziale con interoperabilità dei servizi, piattaforme condivise, sicurezza informatica, formazione continua dei dipendenti. Per i piccoli comuni – precisa – questo significa una cosa sola: cittadini che riescono a colmare i gap infrastrutturali e logistici rispetto a quelli che vivono nei centri maggiori. Ecco perché puntare tutto sulla transizione digitale, garantendo maggiori servizi di prossimità, significa anche agevolare l’idea di chi voglia ritornare a vivere i borghi
POMILLO: QUELLO CHE SERVE ORA È UN PATTO NUOVO PER I PAESI
Abbiamo bisogno di un nuovo patto tra Comuni, Regione e Stato. Per i borghi non servono misure eccezionali, servono politiche ordinarie che riconoscano la loro straordinaria fragilità. Case accessibili, servizi digitali, sostegno alle attività, mobilità efficiente e continuità istituzionale perché solo così i piccoli comuni, e con essi l’Arberia, – conclude Pomillo – potranno continuare ad essere luoghi vivi, e non solo memoria di ciò che siamo stati.
