«È curioso come dai palchi e dalle tribune comunali si continui a predicare la trasparenza e la legalità e poi, nel chiuso delle stanze comunali, ci si trovi strenuamente impegnati nel perpetuare l’arte dello sciacallaggio. Abbiamo scoperto che a Crosia c’è un rifornimento di benzina dorato e casualmente i mezzi comunali scelgono di rifornirsi proprio a questa colonnina. Sapete chi è il proprietario di questa stazione di servizio? Il vicesindaco Giovanni Di Vico. E questo avviene ormai in modo sistematico, nonostante la presenza sul territorio di altre stazioni di servizio con lo stesso marchio, alle quali vengono lasciate solo le briciole. Giusto per la parvenza. Fa sorridere, se non fosse per la palese inopportunità, l’arroganza politica ed il palese conflitto di interessi che la situazione rivela».
È quanto denunciano i consiglieri di Opposizione di Forza Italia, Francesco Russo, Gemma Cavallo e Graziella Guido che sulla vicenda hanno già predisposto “un corposo dossier, che sarà inoltrato agli organi di competenza, e una specifica interrogazione”.
La convenzione del Comune siglata attraverso Consip per il rifornimento dei mezzi comunali, è del tutto legittima, ma la sua applicazione evidenzia un chiaro vantaggio personale proprio per il Vice Sindaco. «Tutto questo – aggiungono – in barba ai buoni propositi del primo cittadino che proprio nell’ultimo Consiglio Comunale ha ribadito – e la condividiamo in pieno – la linea durissima contro gli evasori e contro i cittadini furbetti. Caro sindaco, più furbetto del tuo vice?!»
Insomma, la questione diventa particolarmente scomoda con un primo cittadino, paladino della legalità e con la linea dura verso le irregolarità dei cittadini, che però poi finisce per chiudere un occhio, anzi, tutti e due nei confronti dei suoi sodali.
«Non dobbiamo dimenticare – sottolineano i consiglieri forzisti – che non è la prima volta che ci troviamo di fronte a una situazione simile che vede protagonista sempre il Vice Sindaco. Chi ricorda il permesso a costruire rilasciato a favore di un’impresa edile il cui progettista era proprio Di Vico? Un chiaro déjà-vu, quindi, di conflitto di interessi a cui ormai siamo tristemente abituati».
Possibile che tutto si consumi all’oscuro del sindaco Aiello? Possibile che queste situazioni rientrino nei canoni della normalità amministrativa? Possibile che i “paladini” (a chiacchiere) si siano dimenticati di dire al numero due del palazzo di città che forse, nel rivestire il doppio ruolo di professionista/imprenditore, allo stesso tempo, di amministratore, gli interessi della collettività devono essere unicamente prioritari rispetto agli interessi privati? Sia chiaro, non è solo un problema di opportunità, questo è lo sfregio della democrazia. Perché correttezza morale, prima di qualsiasi altra regola, vorrebbe che ogni amministratore rinunciasse a lucrare o fare profitto con i soldi della comunità. Vogliamo trasparenza e ce ne assicureremo, avendo a cuore l’interesse pubblico e non certo quelle della élite locale rintanata nel Palazzo Comunale. Il Sindaco Aiello, che non manca di far lezione di moralità agli altri, deve farsi carico di questa vergognosa situazione ed eliminare subito tutti i conflitti di interesse che sussistono nella sua Amministrazione Comunale. Perché quello di Di Vico – concludono Francesco Russo, Gemma Cavallo e Graziella Guido – non è l’unico e solo caso».