Il senatore Antoniozzi deve conoscermi molto poco per aver provato a distogliere l’attenzione da ciò che ho affermato, nel merito, con banali schermaglie politiche.
Di certo, oltre all’ironia, ne apprezzo l’onestà. È stato lo stesso vice-capogruppo, infatti, a parlare di gestione politica disastrosa della Calabria, e tutti sappiamo che il centrodestra governa da 4 anni, dopo un governo di centrosinistra (Oliverio) che ha seguito un governo di centrodestra (Scopelliti), dopo Loiero (centrosinistra) preceduto da Chiaravalloti (centrodestra). Insomma, se fallimento c’è stato, è stato bipartisan.
Non entro nel merito di cosa stia facendo il Governo per il sud, ma dando per scontato la buona volontà, temo che qualche svista ci sia: basti pensare alla vicenda del fondo perequativo “dimagrito” di qualche miliardo di euro.
Tornando alla vera questione, sono così al di sopra delle parti che solo pochi giorni fa, di fronte a quattro parlamentari, ho avuto modo di affermare che la riforma del Titolo V del 2001, per la quale il centrosinistra di allora ha avuto un ruolo dirimente, è stata a mio avviso un fallimento. Ciò non autorizza l’attuale Governo a farne una peggiore.
Il divario tra sud e nord esiste, ma finora abbiamo avuto almeno la speranza costituzionale di colmarlo. Gli amministratori del sud sono preoccupati perché l’Autonomia Differenziata rischia di istituzionalizzare ed acuire tale divario, e si tratta di una preoccupazione scevra da ragionamenti di schieramento. Invito tutte le forze parlamentari a tenere tale preoccupazione in considerazione.