“Con Sandro Adriano se ne va un pezzo importante del formidabile decennio che cambiò il volto di Cosenza e ridiede orgoglio ai cosentini di dirsi cittadini della nostra città – così Giacomo Mancini, già parlamentare socialista ricorda l’architetto Sandro Adriano il giorno della sua scomparsa.
Giacomo Mancini quando fu eletto sindaco, il primo scelto direttamente dai cittadini, nel dicembre del 1993 sapeva bene che per raggiungere risultati doveva innovare la macchina amministrativa che si mostrava
come un pachiderma lento e spesso immobile. E quindi che c’era bisogno di valorizzare le professionalità più valide disponibili all’interno, irrobustire la burocrazia con la collaborazione di intelligenze esterne e soprattutto di fare sentire giovani, vecchi, dirigenti, funzionari, impiegati e consulenti parte di uno stesso motore con un’anima che condividesse le ambizioni di un grande sindaco.
In questa opera puntò su diversi quarantenni brillanti tra i quali un ruolo importante ebbe l’architetto Sandro Adriano. Professionista serio e preparato, forgiato alla facoltà di architettura dell’Università di Firenze, uomo di buone letture e di stimolanti frequentazioni.
Lo mise a dirigere il dipartimento urbanistica. Erano quegli gli anni in cui la città riprese a concorrere. I cantieri delle opere pubbliche aprivano e stimolavano l’iniziativa privata. L’abbattimento del rilevato ferroviario ruppe l’isolamento tra quartieri centrali e zone periferiche, il nuovo piano regolatore mise ordine allo sviluppo urbano, il viale che allora si chiamava Parco tratteggiava una nuova prospettiva. E poi la rinascita del centro storico, la riqualificazioni delle frazioni, il corretto utilizzo delle risorse europee. Tutti punti qualificanti di una città che rinasceva.
In questa fase Adriano diede un contributo importante a tradurre in atti amministrativi la visione del sindaco. Ne fu consigliere ascoltato e incaricato di responsabilità non secondarie. Nel corso dei seminari in Sila durante i quali il
Sindaco chiamava tutti i suoi collaboratori stimolandoli a esprimere idee e a dare contributi, Sandro era sempre tra i più attenti e propositivi. Con orgoglio si sentiva parte di un percorso straordinario. Non mancarono i momenti di contrasto. Capito’ che il sindaco interpretasse il suo modo di porsi pacato come compiacente con alcuni interessi privati che non voleva avessero più entrature e compiacenze in municipio.
Certo è che di quel decennio e del livello di buona amministrazione che la città raggiunge Sandro Adriano ebbe meriti che tutti durante e dopo gli riconobbero.
L’ho sentito poco tempo fa. Parlava con un filo di voce. Conversammo per telefono molto lungamente. La sua mitezza d’animo si trasformava in dolcezza e affettuosità. Lo sentivo stanco e provato. Quasi che si apprestasse ad accomiatarsi. Mi parlò della anziana mamma con la quale viveva. Dei successi della sorella brillante professionista affermatasi a Verona. Della nipote stabilitasi a Milano. E del suo adorato figlio che seguiva e coltivava la passione per la musica oltreoceano.
A loro e a tutti coloro che gli hanno voluto bene giungano le mie più sentite condoglianze nel ricordo di un cosentino che ha servito con onore e generosità la nostra comunità.
Ciao Sandro. Che la terra ti sia lieve”.