Dopo il primo appuntamento dello scorso 6 luglio, prosegue al Terrenito la sessione di cinema Le Voci dell’Iran, che punta l’attenzione su tre opere contemporanee dirette da donne, mettendo in luce il movimento artistico femminista in Iran, che nonostante le pressioni della dittatura sta lavorando attivamente per dare voce e visibilità alle storie di donne oppresse.
Giovedì 13 luglio alle 21:30, la rassegna organizzata dall’associazione CinemAmbulante, ospiterà la visione di The Art of Living in Danger, diretto da Mina Keshavarz, in cui la regista affronta con il suo documentario il tema della violenza domestica attraverso il racconto della vita di sua nonna, costretta a sposarsi.
Ad introdurre la proiezione, alle 21:00, sarà Gynestra, associazione femminista intersezionale con sede a Longobardi. Sarà l’occasione per ripercorrere l’operato dell’associazione, che da tre anni cerca di essere un punto di riferimento per il territorio tramite azioni artistiche, culturali e sociali, creando il coinvolgimento attivo della comunità. Tra le altre cose Gynestra ha organizzato laboratori pomeridiani presso la propria sede, e incontri on line sulla violenza di genere.
«Con questa rassegna, attraverso gli occhi di tre registe iraniane, vogliamo mostrare quelli che sono i punti di incontro fra una cultura tanto lontana quanto diversa dalla nostra.
Siamo orgogliosi di collaborare con Gynestra, associazione della quale sosteniamo le lotte a supporto dei gruppi minoritari» dice Maria Francesca Cianciaruso, programmatrice della rassegna cinematografica per l’Associazione CinemAmbulante.
Ad essere presente all’incontro anche La Base, formata da persone, gruppi e comitati che negli ultimi decenni hanno condotto e promosso iniziative politiche, sociali e culturali a Cosenza e provincia, e il cui obiettivo è quello di cambiare tutto ciò che di ingiusto c’è nella nostra terra.
Il movimento, fin dalla sua nascita, si è fatto riconoscere per essere sceso in piazza per temi quali la sanità pubblica, il reddito di cittadinanza, e la violenza di genere.
Il terzo e ultimo appuntamento di Le Voci dell’Iran ci sarà il 20 luglio, quando verrà proiettato Titi diretto Ida Panahandeh, in cui protagonista è una donna rom iraniana.
Mai come ora è importante mettere in luce le donne dell’Iran, che hanno visto negli ultimi decenni diminuire drasticamente i propri diritti, e che perciò hanno dato vita ad una lotta che non si è mai spenta e che continua nonostante le forti repressioni del Paese.
Libertà di pensiero e di espressione, poter vivere come i giovani del resto del mondo,
studiare per avere un lavoro dignitoso, sono i diritti basilari per le quali le donne e gli uomini lottano chiedendo che l’Iran sia un Paese libero.