“Come sono state spese le diverse decine di milioni di euro che l’attuale Amministrazione Comunale ha ricevuto per la fusione? Nemico acerrimo della trasparenza, il Sindaco ha nuovamente evitato di dare risposte, non tanto alle legittime interrogazioni pubbliche di un partito, quanto ad un’intera cittadinanza che, complici assessori e maggioranza consiliare chiamati solo a ratificare, viene di fatto tenuta disinformata. – È quanto ritorna a denunciare il Coordinamento cittadino di Fratelli d’Italia aggiungendo che tra le tante e diverse cose che l’attuale classe di governo avrebbe potuto e dovuto programmare e realizzare, investendo correttamente le importanti somme destinate per legge al rafforzamento della fusione, vi sarebbe dovuto essere il miglioramento della comunicazione interna alla nuova grande città e con essa il rafforzamento della riconoscibilità e dello stesso senso di appartenenza.
A partire – sostengono i responsabili di FdI – da cose semplicissime e tangibili, come un’adeguata verifica della toponomastica esistente nelle ex grandi città, finalizzata ad esempio ad evitare vie, corsi e piazze con lo stesso nome come è oggi, con la confusione ed i disagi sistematici e odiosi che dopo 5 anni dall’istituzione delle nuova città si continuano a subire nella distribuzione postale. – Disagi assurdi ed insostenibili per una grande città nel 2023, che si moltiplicano quando si ha a che fare con quello che una volta era considerata una delle poche certezze nella individuazione di città e località: il Codice di Avviamento Postale, il Cap. Sarebbe stato più che opportuno preservare i due distinti Cap dei due ex comuni, così come avveniva ed avviene in circoscrizioni di medie e grandi città, in tanti casi di dimensioni inferiori per superficie e popolazione all’attuale terza città della Calabria. Che fine hanno fatto le richieste formali in questa precisa direzione destinate a Poste Italiane dall’allora commissario straordinario Bagnato? Perché non si è percorsa quella strada, esigendo come nuovo governo politico della Città che si ritornasse ai due Cap iniziali, correggendo quello che a distanza di anni resta una di quelle piccole cose che, come spesso calate dall’alto, nella vita di tutti i giorni fa di fatto odiare la fusione a quanti ne subiscono queste evitabilissime storture?
Senza contare che – proseguono – con le enormi risorse per la fusione si sarebbero potute coinvolgere rete scolastica e delle associazioni culturali per un progetto di modifica della toponomastica per la nuova realtà istituzionale e sociale, sostituendo ad esempio tanti inutili doppioni ereditati dall’ideologia risorgimentale (da Corso Garibaldi a Via Vittorio Emanuele, da Via Nazionale a Via Roma etc), valorizzando invece il grande ed inimitabile patrimonio identitario e distintivo delle due storiche cittadine e, quindi, dell’unica, grande Città d’Arte di Corigliano-Rossano. Sarebbe stato, questo, un serio e doveroso investimento pubblico sulla storia locale, sul rafforzamento dell’identità comune ed anche una preziosa azione di marketing territoriale per far conoscere all’esterno storia e prospettive attrattive diverse per un territorio di fatto ancora sconosciuto agli stessi residenti.
Ma la stessa irresponsabile disattenzione con connessa distorsione della spesa pubblica destinata a questi obiettivi, la Dottrina Stasi ha dimostrato, ad esempio, anche rispetto al gonfalone nuovo ed unico, ad oggi inesistente; rispetto ad uno stemma municipale che non sia, a distanza di 5 anni, la semplice e banale sommatoria dei due precedenti; rispetto al necessario restyling di tutta la segnaletica verticale nei principali snodi viari extraurbani o quella turistico-culturale anche sull’Autostrada Salerno – Reggio Calabria, coinvolgendo e d’intesa con tutti i soggetti competenti; o, neppure a parlarne, rispetto allo studio ed alla promozione in Italia e nel mondo di un logo turistico unico, efficace, identitario e distintivo. Nulla di tutto ciò. La Rivoluzione della Vernice (quella delle scuole colorate all’esterno ma che crollano a pezzi!) resta per ora solo un milionario spreco di risorse in effimeri eventi di intrattenimento sociale per residenti di una città a loro stessi sconosciuta”.