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Il presidente dell’Inps Tridico all’Unical: “La questione meridionale ancora esiste”

“Un libro che si incentra tutto sull’idea che se oggi abbiamo un lavoro buono, dei salari buoni e non intermittenti ma con carriere costanti, riusciremo ad avere una buona pensione. Differentemente sarà difficile. Ci dobbiamo preoccupare che i giovani abbiano un lavoro, perché senza avranno due problemi: la mancanza di lavoro oggi e la pensione domani. Se c’è il lavoro il sistema contributivo funziona benissimo, restituendo ciò che i lavoratori hanno messo da parte, ottenendo una buona pensione”.

Lo ha detto Pasquale Tridico presidente dell’Inps, all’Università della Calabria, a margine della presentazione del libro “Il lavoro di oggi la pensione di domani” scritto con Enrico Marro del Corriere della Sera.

“Dovremmo fare maggiori investimenti – ha aggiunto – per garantire continuità salariale e occupazionale, specie nelle regioni del Sud dove per esempio i tassi occupazionali delle donne sono troppo bassi e queste donne non avranno la pensione, siano esse più o meno giovani. La questione meridionale ancora esiste purtroppo, anche se non specifica per la Calabria, ma si inserisce in un contesto di scarsi investimenti, scarsa capacità produttiva e poca attrattiva. I nostri giovani sono disposti a lavorare. Infatti vanno al Nord o fuori dal Paese. Un milione e mezzo di lavoratori sono partiti dal Sud rimpinguando le capacità produttive di altre regioni e dell’Europa. Non c’è un problema di offerta, ma di domanda di lavoro, cioè di assorbimento di capacità, di capitale umano che si forma, che va risolto tramite investimenti”.

Presente anche il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto, che rispondendo alle domande dei giornalisti, ha dichiarato: “I dati ci dicono che più del 70 per cento della popolazione percepisce pensioni o reddito di cittadinanza o altre forme di assistenza sociale, quindi significa che la base dei lavoratori è molto ristretta. Dunque, bisogna ragionare sullo sviluppo della regione. Il lavoro non si crea con una delibera o un decreto, ma con politiche che favoriscano lo sviluppo del territorio e attraverso questo la creazione di posti di lavoro”.

“Ho raccolto una regione con tantissimi precari, diventati tali – ha aggiunto Occhiuto – in ragione di scelte politiche che hanno guardato più al consenso che a ciò che era giusto fare. Ho detto dal primo giorno che non avrei aumentato il numero di precari di una sola unità e così è stato. La Regione sta facendo moltissimi concorsi, incagliati negli anni passati, per creare posti di lavoro per giovani che non sono precari ma che meritano di trovare un lavoro nella loro terra. In Calabria ma in tutto il Paese c’è un disallineamento tra domanda e offerta di lavoro, e ci sono tanti giovani che hanno investito nello studio ma non hanno un lavoro, dobbiamo tentare di sviluppare i porti della regione, abbiamo Gioia Tauro che è il primo porto d’Italia, ma anche i porti delle intelligenze e dei saperi che sono le università. L’Unical per esempio si è segnalata come una straordinaria università in settori come digitalizzazione e innovazione e questo ha consentito di attrarre investimenti da parte di imprese nazionali e multinazionali. Questa è la leva, bisogna intervenire sui saperi della nostra regione per farne un’occasione di sviluppo e non un asset da esportare” .

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