“Nei giorni scorsi siamo intervenuti in relazione all’annunciato progetto di manutenzione straordinaria del Parco Robinson, con riferimento al quale non è dato sapere quale è stato, e quale avrebbe potuto essere, il ruolo del competente ufficio tecnico comunale, per sollevare sostanzialmente tre questioni: 1) il progetto doveva rendere il Parco attrattivo, quantomeno per l’intera provincia. A nostro modo di vedere, avrebbe dovuto fare del Parco un piccolo zoo, come nei desiderata di bambini e genitori, tuttora nostalgici degli animali che un tempo lo popolavano. Sarebbe stato, peraltro, un modo corretto di utilizzare i fondi straordinari europei; 2) si chiedeva se nel progetto per i due laghi, ridotti dall’attuale amministrazione in stagni puzzolenti ed inquinati, era stato previsto l’impianto di riciclo dell’acqua; 3) si stigmatizzava la costruzione, con relativo consumo di aree destinate a verde, di un inutile laboratorio (peraltro, nulla si dice sulle attività che dovrebbe ospitare) e di un chiosco da adibire a bar, forse per fare una concorrenza, non proprio leale, ai due bar ubicati in prossimità delle due entrate del Parco. Sulla vicenda è intervenuto, non si comprende a quale titolo, il presidente provinciale dell’Unione Ciechi, Motta.”
E’ quanto affermato dagli esponenti della Federazione Riformista di Rende in risposta alla nota dell’Unione Ciechi.
“Prendendo spunto da una nostra battuta sui cosiddetti “sentieri sensoriali”, si è dilungato in uno sproloquio per spiegarci cosa sono detti sentieri e per ripetere che il Parco sarà “il più inclusivo d’Europa”, una colossale sciocchezza che può suscitare solo ilarità. Nel nostro dire volevamo, invece, esaltare i “sentieri sensoriali” definendoli “un’incipriata” al progetto per nascondere la miseria dell’iniziativa, così come facevano le nobildonne del settecento nell’incipriare il proprio viso per nascondere i segni del tempo. Dunque, a nostro avviso, i “sentieri sensoriali” costituiscono qualcosa di positivo; peccato che siano stati concepiti per sviare l’attenzione dai limiti del progetto, certamente sotto il profilo strategico. Mentre l’amministrazione ed i suoi consulenti tacciono, registriamo anche l’intervento di tal Bilotta, a lui utile per far conoscere i suoi prestigiosi incarichi. Noi abbiamo conosciuto un altro Bilotta, il prestigioso e compianto arch. Bilotta, a cui si deve, unitamente al Sindaco ed agli amministratori riformisti dell’epoca, se è stata realizzata a Rende la bella sede dell’Unione Ciechi.”