“Have you no shame, Sir? A proposito delle esternazioni del cittadino Clelio Gelsomino, presidente della Federazione Riformista di Rende. Può un auto-proclamato riformista democratico, usare il termine ‘rappresentanza’ come un insulto? Può egli ritenere la capacità di ‘autocritica’ come un difetto piuttosto che un attributo necessario per ogni politico di esaminare e giudicare il proprio operato? Può un cittadino consapevole invocare il commissariamento del suo comune, la propria piccola patria, conoscendo – si spera – i nefasti precedenti tanto a Rende che altrove? Pensando così, può ancora dirsi democratico?
Sarebbe una polemica sterile se queste gravi affermazioni provenissero da un qualunque Kim Jong-un o un Lukasenka nostrani, ma sono parole di Clelio Gelsomino, presidente della Federazione Riformista di Rende (Quotidiano del Sud, 9 dicembre). Per quanto futile gli appaia il concetto, egli rappresenta quindi, salvo smentita, un’area significativa della politica rendese. E pensare che egli sia stato membro della sezione ‘A. Spinelli’ dei Democratici di Sinistra! Mi sembra di sentire Altiero Spinelli gridare dalla tomba contro una tale negazione dei più sacrosanti principi democratici e liberali.
L’ingegner Gelsomino, preso dalla vena polemica, mostra una vergognosa mancanza di lealtà verso la propria città in un momento particolarmente difficile. Lancia le parole al vento (“lo sbando”, “la deriva”, “in balia delle onde”) e si indigna pure che “il popolo rendese” non lo segue.
Certo, l’amministrazione comunale si trova in una situazione difficile, con il sindaco, la vice-sindaco e alcuni dirigenti temporaneamente impossibilitati a esercitare le proprie funzioni, con le difficoltà finanziarie aggravate dalla pandemia e dallo stato di predissesto, condivise peraltro con il 50% dei comuni calabresi, e con la riduzione drastica del personale. Tanto più mi aspetterei, da parte di un cittadino leale, se non un apprezzamento almeno un po’ di rispetto per lo sforzo enorme che la giunta, i dirigenti, i funzionari e tutti i dipendenti stanno mettendo in atto lavorando il doppio e il triplo, rinunciando alle ferie e alle prebende.
Dopo l’eccesso di metafore catastrofiche sopra citate, arriva “la consueta mancanza di visione”. Questa poi! Da oltre cinque anni, ho l’onore (e l’onere) di servire nell’amministrazione della mia città di adozione, nella quale risiedo da quarantacinque anni, che rappresento, nel senso proprio dell’incarico e della funzione, per l’ambito della cultura, ricerca e rapporti con l’università. Quel che mi ha convinta ad accettare l’incarico dell’assessora è proprio la visione del governo cittadino, che potrei riassumere in quattro concetti: civiltà, inclusione, apertura e pari opportunità. Questa filosofia politica non ha mai smesso di essere la cifra dell’amministrazione Manna, nonostante alcuni rimescolamenti nella composizione della giunta, e informa tutte le politiche: urbanistiche, sociali, ambientali, culturali e finanziarie.
La politica culturale che rappresento è quindi in piena sintonia con questa visione. Ritengo che, nell’insieme, abbiamo lavorato abbastanza bene in questi anni, concentrandoci sulla conservazione e la valorizzazione del nostro patrimonio culturale materiale e immateriale e sull’apertura verso il mondo, tramite l’accoglienza delle iniziative culturali e la costruzione delle reti. Abbiamo così lanciato il Festival delle Culture Intrecciate, che si è meritato le lodi nazionali, stiamo ospitando festival teatrali, cinematografici, musicali e coreutici. Abbiamo investito molto lavoro e molta energia nella promozione della lettura diffusa, accessibile a tutti, con l’apertura della Biblioteca delle Generazioni Future, la digitalizzazione e l’ammodernamento della Biblioteca Civica, e la creazione della Biblioteca della Pubblica Lettura in Piazza Matteotti. Rende ha ricevuto per due bienni consecutivi il titolo della Città che Legge, il riconoscimento di Nati per Leggere, e ha sottoscritto il Patto di Lettura sull’intero territorio, e promuove numerose pratiche locali di letture, e ha rimpinguato il patrimonio librario grazie a diversi bandi – regionali, ministeriali, Cepell, ABI – vinti. Questa politica di lunga prospettiva è attenta alla biblio-diversità, con il programma di Mamma Lingua, di cui Rende è referente nazionale per la Calabria e la creazione della sezione per non vedenti e ipovedenti alla Biblioteca Civica. Il programma ColoraRende, di street art, coinvolge le scuole di diversi livelli.
Nel settore museale, abbiamo ottenuto l’ingresso dei quattro musei comunali, il Polo Museale di Rende, a far parte della rete regionale Polo Museale della Calabria. Abbiamo allargato notevolmente le collezioni soprattutto di arte contemporanea, con la donazione de’ Angelis di 100 opere di Scuola Romana, la collezione Mafai-Raphael e l’opera di uno dei più importanti artisti italiani, Alfredo Pirri, appositamente eseguita per il Castello. Grazie a un grant prestigioso del Dipartimento di Creatività Contemporanea, abbiamo digitalizzato, schedato e descritto il fondo “Antropologia e fotografia” al Museo Civico. Il Museo del Presente, fedele alla sua vocazione originale di museo-non museo, è cresciuto in importanza come spazio espositivo, con una quindicina di mostre all’anno, alcune di rilievo internazionale. Sta crescendo il MAR, Museo all’Aperto di Rende, recentemente arricchitosi di un “Terzo Paradiso” di Michelangelo Pistoletto, all’interno del progetto regionale “EsplorareRendeFelici” condotto in collaborazione con il Dipartimento di Fisica dell’Unical. Infine, stiamo per terminare, all’interno dell’Agenda Urbana, l’allestimento del Museo della Ceramica con una ricca collezione della ceramica prodotta nei 36 centri di produzione in Calabria nel corso di quasi un millennio.
Non voglio elencare qui le intense attività più effimere, “gli eventi”, perché ci tengo a mettere in evidenza la lungimiranza della politica rendese, compresa quella culturale, che costruisce agganciandosi alle politiche del passato per lasciarle portare avanti a quelle del futuro. Mi dispiace, tuttavia, che né agli eventi né alle pubbliche letture né alle mostre, ho mai notato la presenza dell’autore di tutte queste invettive. Abbi un moto di vergogna, cittadino Gelsomino!
Così, in una nota, Marta Petrusewicz, assessore del Comune di Rende.