Si sono chiusi con un work in progress e l’appuntamento al prossimo anno, i lavori del 5° Convegno Nazionale di Neonatologia “Città di Alarico” promosso dal direttore del Dipartimento Materno-Infantile dell’ospedale Annunziata, Gianfranco Scarpelli, svoltosi all’Ordine dei Medici di Cosenza, in una due giorni di aggiornamento scientifico che ha visto la partecipazione dei maggiori esponenti della neonatologia d’Italia.
“La partecipazione dei big della Neonatologia italiana – ha detto il responsabile scientifico, Scarpelli, a conclusione dei lavori del convegno – testimonia la notevole attenzione e considerazione che ha la neonatologia di Cosenza a livello nazionale. Due giorni di notevole valore scientifico, che hanno accresciuto le conoscenze e, nel confronto con le altre realtà, hanno proiettato le future direttrici sulle quali dovranno svilupparsi i percorsi organizzativi, clinici e diagnostici della neonatologia, della pediatria e dell’ostetricia”.
La programmazione futura si gioca tutta sulla capacità di creare interazioni con il territorio e un’organizzazione strutturata in grado di coinvolgere tutti gli attori.
“La denatalità, associata ad una riduzione significativa del numero dei professionisti specialisti nell’Area Materno-Infantile specie Pediatri/Neonatologi – ha detto il direttore del Dipartimento – richiede per il prossimo futuro, una revisione organizzativa di tutto il Percorso Nascita anche in Calabria, al fine di evitare che vengano messi in discussione i fondamenti stessi dell’assistenza universalistica. Occorre concentrare la casistica complessa, per consentire ai professionisti l’acquisizione di esperienze sufficienti. Alti volumi di attività sono il presupposto per buoni risultati clinici e per far fronte alle innumerevoli complessità tecniche ed organizzative del nostro tempo”.
“La presa in carico del paziente è una modalità assistenziale ormai imprescindibile, ma che esige e si può realizzare unicamente con risorse umane e strumentali adeguate. Un punto importante per il futuro dell’Area materno infantile riguarda la necessità di condividere, con utenti e Istituzioni politiche, sociali e professionali nuove modalità organizzative, finalizzate ad una razionalizzazione delle strutture sanitarie e all’individuazione della migliore risposta terapeutica ed assistenziale, nell’esclusivo interesse dei pazienti e della sicurezza delle cure”.
Due letture magistrali del prof. Paolo Tagliabue, sulla funzione del microbiota nel benessere dall’età pediatrica all’età adulta” e del prof. Herbert Valensise, sulla prevenzione della gravidanza a rischio hanno aperto le sessioni di approfondimento dedicate allo screening prenatale, alle malattie metaboliche, alla terapia intensiva pediatrica, alle patologie respiratorie del neonato, alle infezioni perinatale e alla prevenzione delle infezioni nosocomiali.
Particolare attenzione è stata rivolta agli aspetti gestionali del percorso nascite, all’integrazione con il territorio, al Piano prevenzione redatto dalla regione Calabria che contiene indicazioni specifiche per la promozione della salute della donna e del bambino/a nei primi 1000 giorni di vita, illustrato dalla dr.ssa Elvira Bonanno neonatologa dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza.
“Il percorso nascita – ha detto il prof Michele Morelli, nel corso del suo intervento – è un modello assistenziale/organizzativo che garantisce l’assistenza, l’accompagnamento il sostegno della donna, della coppia nel contesto del loro ambiente di vita e durante nella complessità di eventi che caratterizzano la nascita dal concepimento al post parto. Molto è stato fatto ma il percorso nascita è ancora caratterizzato da eterogeneità e lacune, anche nell’integrazione ospedale-territorio, che siamo impegnati a integrare per costruire un percorso nascita che garantisca la sicurezza delle cure”.
Focus sul counseling prenatale nella relazione della dr.ssa Antonietta Distilo, dirigente medico della UOC di Neonatologia dell’Annunziata d Cosenza che ha illustrato l’importanza fondamentale della comunicazione nel percorso diagnostico e terapeutico delle malformazioni congenite. I progressi della diagnosi prenatale consentono oggi di effettuare diagnosi all’ecografia delle malformazioni o dei difetti di sviluppo del feto: si tratta poi di spiegare ai genitori il divenire delle malformazioni, la compatibilità con la vita ed il futuro percorso terapeutico. Da qui l’importanza del counseling – di recente istituzione nella neonatologia dell’Annunziata – e della comunicazione in un approccio istituzionalizzato e professionale con la coppia genitoriale alla quale va rappresentata la reale situazione, rigorosamente scientifica, della condizione effettiva del feto e del futuro neonato.
“In presenza di una diagnosi prenatale infausta – ha detto la dr.ssa Distilo, nella sua relazione – la coppia ha davanti a sé la possibilità di scegliere: in una società che mira al perfezionismo la prima opzione scelta dalla coppia è l’aborto eugenetico ma una percentuale di genitori che va dal 37 all’85%, decide di proseguire la gravidanza nonostante la prospettazione diagnostica di esito infausto o di un bimbo che sarà per tutta la vita sottoposta a alta intensità di cura”.
“Il 5° Convegno Nazionale di Neonatologia “Città di Alarico”– ha concluso il responsabile scientifico dell’evento, il dr Gianfranco Scarpelli – è stata una preziosa occasione di confronto e aggiornamento in un’ottica multisciplinare e integrata. Riprendiamo il programma di lavoro con la consapevolezza che gestione sanitaria dell’Area materno-infantile è oggi fortemente influenzata dalla qualità degli interventi erogati, sia in ambito ospedaliero che territoriale. A questa reale integrazione ospedale-territorio dobbiamo tendere per completare il percorso nascita”.