“Apprendiamo, da diversi articoli di stampa, che il Partito Democratico cosentino è intento a leccarsi le ferite seguenti il disastroso risultato elettorale conseguito il 25 settembre dove sembra, a leggere le varie prese di posizione, le responsabilità non siano in capo al gruppo dirigente locale e dei suoi manovratori.
Qualsiasi gruppo dirigente diligente e responsabile si sarebbe fatto promotore di una riflessione aperta ad ogni sensibilità e agli iscritti sul territorio, non per emettere sentenze di colpevolezza, bensì per rendere inclusiva e partecipativa la riflessione su cosa non abbia funzionato (anche e soprattutto a livello locale) e sul percorso tracciato a livello nazionale che porterà il Partito Democratico a celebrare il suo congresso nazionale.
Il Partito Democratico ha bisogno di una profonda rigenerazione ancor più in una provincia che ha visto completamente azzerata la sua rappresentanza parlamentare e che, storicamente, ha sempre rappresentato un avamposto avanzato del panorama riformista calabrese.
Pensare di rinchiudere il dibattito e la riflessione, sul presente e sul futuro del partito, nel chiuso della direzione provinciale (di cui non si conoscono le conclusioni) e delle formalità della politica è un grave errore, come un grave errore sarebbe quello di non promuovere un confronto franco sul territorio, con i circoli e con i simpatizzanti”.
Così in una nota il “Laboratorio Riformista Calabrese”.