di Roberta Mazzuca – Si è svolta questa mattina al Comune di Cosenza la presentazione di un importante progetto di recupero e rilancio della cooperativa teatrale Centro RAT – Teatro dell’Acquario che, dalla vecchia sede storica di via Galluppi, traslocherà i suoi locali nel complesso monumentale di San Domenico. Un impegno, nelle parole del sindaco Franz Caruso, “assunto e mantenuto”, e che fin dalla sua campagna elettorale “ha rappresentato uno degli obiettivi del suo agire politico”. Nato a Cosenza nel 1976, da 45 anni questo pezzo di cultura e di storia cittadina che è il Teatro dell’Acquario, arricchisce l’intero territorio provinciale e regionale per mezzo della sua attività di produzione, programmazione e formazione. Suo fondatore l’artista, regista e sceneggiatore Antonello Antonante, scomparso il 6 luglio 2022 all’età di 75 anni. Un teatro che, come tutti quelli presenti nella città bruzia, vive anche difficoltà non di poco conto, con un credito presso la Regione di circa centomila euro e debiti verso il proprietario dello spazio che ospita il teatro per quarantamila. Così, la soluzione è quella di guardare al futuro, di voltare pagina e ripensare nuovi spazi e nuove opportunità, ed è qui che entra in gioco il Comune di Cosenza.
A presentare i risultati di una sinergia e una collaborazione avviata già da tempo, nel Salone di Rappresentanza di Palazzo dei Bruzi, il sindaco Franz Caruso, il direttore artistico del Centro RAT Carlo Antonante Bugliari, e il direttore organizzativo Maria Luisa Garofalo. “Consentitemi di ricordare all’inizio di questo incontro” – prende subito la parola il Sindaco – la figura del mio amico Antonello Antonante, motore di questa bellissima realtà culturale cosentina. Ha dato vita a un punto di riferimento importante, arte alternativa al teatro tradizionale, un presidio di cultura che la città non poteva assolutamente perdere”.
“L’interlocuzione” – prosegue ancora il primo cittadino – “per me è iniziata con le elezioni. In campagna elettorale ci siamo incontrati, e ci siamo assunti degli impegni che ritengo debbano essere portati a termine. Abbiamo discusso delle problematiche del Teatro dell’Acquario, che sono solo ed esclusivamente di natura economica. Sono intervenuto personalmente, anche per ottenere lo slittamento dell’esecuzione di sfratto, e adesso abbiamo una soluzione”.
Il Teatro dell’Acquario, dunque, si sposterà nel Chiostro di San Domenico, e vedrà le proprie produzioni rappresentate al Cine-Teatro Italia Tieri, struttura in possesso del Comune assegnata con bando pubblico alla società che fa capo a Pino Citrigno, con cui è stato sottoscritto un accordo per la gestione degli spazi teatrali. La formazione, quindi, nella struttura di San Domenico, la rappresentazione, invece, al Teatro Tieri. Quest’ultimo, annuncia ancora il Sindaco, sarà soggetto a ristrutturazione, efficientamento energetico, insonorizzazione, e una serie di iniziative che saranno finanziate con Agenda Urbana all’inizio del prossimo anno, e portate a compimento nel giro di 7-8 mesi. “Si è creata, come noi auspicavamo, una bella sinergia tra pubblico e privato che spero possa estendersi a tutti gli altri settori della nostra cittadina, rappresentando un segnale di inversione di tendenza rispetto al passato”.
“Un’idea di politica culturale di questa amministrazione che molto somiglia alla nostra” – sottolinea poi Carlo Antonante. “E, soprattutto, una forte sinergia tra pubblico e privato. Quest’estate il Sindaco dichiarò pubblicamente la volontà di sostenere e salvare in qualche modo il Teatro dell’Acquario, e oggi, dopo quelle parole, si passa ai fatti”.
“Abbiamo subito delle perdite”, – prosegue il direttore artistico – “e fra quaranta giorni dovremo restituire l’immobile alla proprietà. Stiamo ultimando la fase di smontaggio del palcoscenico e della platea, e il Teatro dell’Acquario non ci sarà più”. Si aprirà, però, una nuova pagina, che sarà ufficializzata il 2 ottobre con l’Open Day che si terrà proprio nella prestigiosa cornice del Chiostro di San Domenico e che vedrà la presentazione dei corsi di formazione del Centro RAT. Nello specifico, saranno avviati: corsi di teatro per bambini e ragazzi, un corso di teatro per giovani adulti, un corso di teatro intensivo, un corso di dizione, quello di scrittura creativa e, infine, i corsi di musica.
“L’eredità che ci ha lasciato Antonello Antonante è un’eredità totalmente immateriale: un’idea di fare teatro. Ed è questo che ci ha permesso di resistere, perché le buone idee riescono sempre a sopravvivere” – conclude Carlo. Un bene comune che, dunque, torna finalmente alla comunità.
Teatri, sinergia, e dialogo. E sul caso del Rendano il Sindaco risponde: “Nessuna cortina sul teatro, non abbiamo risorse per realizzare una nostra produzione”
Una bella pagina di storia cittadina, fatta di dialogo, collaborazione, sinergia e soluzioni concrete. Un racconto positivo, che parla di un’amministrazione propensa a favorire la cultura, a rilanciarla, a sostenerla. Un racconto che non combacia con quello più volte fatto, anche ai nostri microfoni, da Fabio Gallo, figura di supporto al Sindaco nel rilancio e nella riqualificazione del principale teatro cittadino, che da tempo lamenta, al contrario, la mancanza di trasparenza e il silenzio dell’amministrazione in merito alle decisioni riguardanti il teatro di tradizione Alfonso Rendano. E alla nostra domanda sul perché di una simile intrinseca contraddizione, il Sindaco risponde: “Non mi pare che ci sia, sulla storia del teatro, una sorta di cortina. È tutto pubblico, stiamo facendo di tutto e di più. Basta andare sul sito del Comune e si trova tutta quella che è la programmazione del teatro Rendano, che si arricchirà, perché c’è una parte destinata alla lirica. E la realizzazione, per la prima volta in assoluto nella nostra città, di un’orchestra stabile bruzia, significa che c’è una grande attenzione da parte dell’amministrazione in questo settore”.
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“Siamo state tra le poche città che hanno avuto il finanziamento del CUS”, – prosegue – “e credo che questo sia il riconoscimento di un’attività che l’amministrazione ha messo in campo. Il lamento che viene fatto da chi probabilmente non conosce fino in fondo quella che è la situazione, è smentito da tutto questo. Del resto, si parla tanto del teatro di tradizione. Per tanti anni non se n’è parlato, è stato solo sospeso questo titolo, non l’abbiamo perso. Mi pare che nessuno in questi dieci anni abbia mai lamentato che il teatro non avesse i finanziamenti corretti”.
E proprio su quei finanziamenti “sbagliati”, dichiara: “Fabio Gallo è stato nominato come consulente del sindaco, non come direttore artistico. Consulente della digitalizzazione delle strutture culturali della nostra città, e non mi pare abbia prodotto un atto che l’amministrazione possa utilizzare. Il suo lamento è legato all’attività di produzione che si fa nell’ambito teatrale, e noi non abbiamo risorse nostre per poter fare produzione. Necessariamente dobbiamo affidarci ad altri tipi di rapporti e di supporti che non sono patrimonio dell’amministrazione. Se avessimo avuto un Comune in equilibrio e non in dissesto, certamente avremmo destinato molti fondi al Teatro Rendano e alla sua produzione. Non si può dire che questa amministrazione non abbia prestato attenzione a questo mondo che ritengo fondamentale per la crescita della società. La mia ambizione è quella di dare a questa città un’anima”.