“Il tema della fusione e delle unione dei comuni è progressivamente riaffiorato nel confronto pubblico/istituzionale e L’Italia del Meridione, da parte sua, ha da sempre sostenuto la necessità di un’ampia riforma del sistema delle autonomie locali. Lo stesso fondatore Orlandino Greco da consigliere regionale è stato depositario di una proposta di legge sul riordino territoriale delle circoscrizioni comunali e sostenitore di alcune delle proposte più lungimiranti di fusioni, come quello della città Bruzia e della Sibaritide o dell’Unione dei comuni dell’Alto Jonio cosentino. IdM è ritornata sull’argomento, in quest’ultimo periodo, sostenendo la realizzazione della città unica: Cosenza, Rende, Castrolibero e proponendo, attraverso l’istituzione di un tavolo di lavoro e di concertazione l’Unione dei Comuni della Riviera dei Cedri. La proposta, nonostante fosse stato argomento di discussione anche negli anni passati, benché relegata solo ad alcune realtà territoriali, non ha mai trovato realizzazione. Sotto l’impulso dal commissario IdM dell’Alto Tirreno, nonché consigliere comunale di Grisolia, l’arch. Giovanni Servidio, se ne ritorna a parlare, con un’azione più decisiva e mirata, tanto che la proposta ha da subito alimentato la discussione e trovato consenso in molti sindaci e amministratori della costa tirrenica.
L’unione, sotto forma associativa, è concepita come uno strumento per consentire ai comuni (e, principalmente, a quelli di minore dimensione demografica, impoveriti sul piano delle infrastrutture e della sostenibilità finanziaria, a causa dell’impossibilità di ricorrere all’economia di scala) una più funzionale gestione delle risorse pubbliche e una maggiore efficienza nella erogazione dei servizi e delle prestazioni da rendere esigibili alle proprie comunità, a mente della Costituzione e leggi attuative. E si parla di unione e non di fusione perché la forma associativa garantisce la salvaguardia, rispettando l’identità storica, dei singoli territori e la partecipazione democratica.
Solo muovendosi in questa direzione i nostri territori saranno capaci di affrontare le sfide più difficili ed essere così protagonisti nella costruzione di una nuova governance territoriale di un’area vasta come quella dell’alto Tirreno cosentino. Un contesto con enormi potenzialità ma che ha bisogno, sia sotto il profilo istituzionale sia per l’aggravarsi del quadro finanziario degli enti locali, di un progressivo e determinante processo di ristrutturazione per recuperare i propri spazi di autonomia ed efficienza. Affrontando, così, le prossime sfide e cogliendo le occasioni, come quelle del PNRR, nella direzione della razionalizzazione, della certezza della realizzazione delle opere richieste, e del cambio richiesto nella gestione della cosa pubblica, anche in virtù delle riforme costituzionali in itinere che toccano l’essenza stessa e l’esistenza delle realtà locali, soprattutto le più piccole, e mortificate da un’incompleta e deludente Legge Delrio.
Gli amministratori locali possono e devono far sentire la propria voce, attuando processi di auto rinnovamento, abbattendo qualsivoglia anacronistico e improduttivo campanilismo, e mettendo in campo buone prassi che in una condivisione d’intenti e di obiettivi, mirano a gestire al meglio servizi, beni e attività rivolte ai cittadini e di cui, quindi, ne godrebbero le proprie comunità.
L’Italia del Meridione c’è anche in questo percorso e processo, perché soltanto partendo dal basso, dai territori, nel rispetto delle proprie peculiarità, diversità e vocazioni, si può costruire nel segno dello sviluppo e della crescita.
L’invito è rivolto a tutti comuni e ai loro sindaci che cadono sotto l’identificazione geografica della Riviera dei Cedri, in particolare modo, mi rivolgo, come rappresentante cittadina IdM di Belvedere Marittimo e candidata nella lista ‘Progetto Belvedere’, al sindaco dott. Vincenzo Cascini, perché possa sposare in pieno la proposta e farsi promotore dell’iniziativa.
Le unioni per essere portate avanti con successo e utilità pubblica, hanno bisogno di intelligenze lungimiranti, di conoscenze tecniche e di un grande capacità di mediazione. Non seguire queste regole vuol dire fare del male al proprio e all’altrui territorio così come fa chi suppone di guadagnare un ruolo ricorrendo ad iniziative estemporanee che rischiano di essere grandi bolle di sapone o peggio disperdere progetti e capacità penalizzando ancora di più i nostri territori”. Lo afferma una nota Fabrizia Arcuri, Portavoce e Responsabile PR nazionale L’Italia del Meridione.