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A Cosenza i fantasmi della mobilità: stazione e autostazione porte d’ingresso di degrado e violenza [FOTOGALLERY]

di Roberta Mazzuca – Arriva finalmente la bella stagione. Con essa, voglia di partenze, viaggi, turismo, mare, sole e bellezze naturali. Si avverte da subito, temperature elevate, profumi intensi e nuovi colori. L’aria è cambiata, l’estate è arrivata ma, nella città di Cosenza, l’atmosfera resta uguale quando si parla di trasporti, turismo, servizi e decoro urbano. Sono due i grandi punti nevralgici attraverso cui muoversi dentro e fuori il territorio bruzio: la stazione dei treni di Vaglio Lise, e l’autostazione destinata al transito di pullman e autobus. Dovrebbero rappresentare entrambe punti di snodo dell’intera città, luoghi di passaggio, di arrivi e di partenze, accoglienti e confortevoli, veri e propri biglietti da visita. I “non luoghi” li definiva il filosofo francese Marc Augè nel 1992, spazi in cui milioni di persone si incrociano senza mai entrare in relazione, spazi ergonomici efficienti e con un altissimo livello di comodità tecnologica, in cui tutti transitano ma nessuno vi abita. Non luoghi e luoghi interlegati, i primi mezzi di passaggio verso i secondi, opposti ma complementari, nodi e reti di un mondo senza confini che, dal punto di vista strutturale, risultano identici in qualsiasi punto del globo.

Non a Cosenza, però, dove i “non-luoghi” non rispecchiano affatto la descrizione mossa dal filosofo, né alcun standard contemporaneo di mobilità efficiente, sostenibile e decorosa. Non sono luoghi in cui la gente si incrocia, perché di persone se ne vedono ben poche: qualche viaggiatore in attesa di un treno in partenza, poche corse, tabelloni quasi sempre non funzionanti. Non sono spazi efficienti e comodi ma, al contrario, luoghi degradati e abbandonati, a pezzi dal punto di vista strutturale, e rappresentativi, semmai, del decadimento che, da lì, è facile ritrovare nell’intera città. Sono ambienti fantasma, abbandonati dalle istituzioni, dai cittadini, dagli studenti, dai lavoratori, e dai turisti. Sono l’ennesimo esempio di come cattiva politica e interessi personali riducano luoghi deputati allo spostamento e alla mobilità, inermi e statici ambienti saturi di profondo degrado.

DALL’IDEA DI UN GRANDE CENTRO FERROVIARIO REGIONALE ALLA REALTÀ DI UNA DESERTICA E INSALUBRE STAZIONE FANTASMA

La stazione di Vaglio Lise, nata con la promessa di diventare il più grande centro ferroviario regionale, è oggi, al contrario, la più grande zona di degrado dell’intera città. Una sorta di stazione fantasma, vuota perfino in una calda domenica d’estate, e oggetto, negli anni, di roventi scontri politici poi finiti nel dimenticatoio. Scontri che vanno avanti tutt’ora, con la nuova amministrazione che intende fare della zona l’area deputata alla costruzione del nuovo Ospedale e della cosiddetta “Cittadella della Salute”: “Realizzando lì il nuovo ospedale regionale”, – spiega il sindaco Caruso intervistato ai nostri microfoni – “si svilupperà tutto il territorio periferico, quindi anche la stazione svolgerà un ruolo fondamentale di collegamento. L’ospedale sorgerà per dare un servizio ad un’area vasta, non solo alla città capoluogo”. Una scelta che ha scatenato non poche polemiche, riaccendendo il dibattito, e portando alla ribalta problematiche alle quali, da anni, nessuno ha ancora posto rimedio.

Una “Cittadella della Salute”, quindi, secondo le parole del Sindaco, dovrà sorgere proprio nei pressi della stazione. Una scelta azzardata e discussa, frutto comunque di uno studio di fattibilità realizzato nel 2018 dalla STEAM S.r.l. di Padova, dalla spagnola PINEARQ S.l.p. di Barcellona, dallo studio professionale dell’ingegnere Domenico Amendola di Rende e dal geologo Carlo Lappano dell’Università della Calabria. Di salubre, ad oggi, ha però ben poco la stazione dei treni. Il parcheggio, in particolare, spazioso ma anch’esso abbandonato, si presenta come una vera e propria discarica a cielo aperto. L’ennesima nella città, forse la più angosciante, trovandosi alle porte d’ingresso del territorio, vero e proprio biglietto da visita di una città in rovina. Un parcheggio completamente desolato, utilizzato come luogo per abbandonare rifiuti di ogni genere e, come suggerirebbero i tanti materassi e indumenti presenti, probabile “alloggio temporaneo” per i senza tetto. Ancora una volta, le foto parlano da sole: pavimentazione disastrata, strutture fatiscenti, rifiuti, degrado, illuminazione praticamente inesistente. Si ha paura ad addentrarsi in questo immenso parcheggio perfino di giorno anche se, probabilmente, non ci sarebbe nulla e nessuno di cui spaventarsi, considerato che nulla e nessuno si troverà laggiù, se non un totale, immenso e disarmante abbandono di dimensioni desertiche.

“Questi beni non sono del Comune, se non una parte” – afferma ancora il Sindaco proprio in merito al parcheggio sottostante la Stazione. “È chiaro che, nel momento in cui si realizzerà questo importantissimo presidio sanitario, quell’area assumerà un’immagine completamente diversa. Nella realizzazione dell’ospedale, infatti”, – prosegue Caruso – “è previsto anche il passaggio delle auto, del traffico veicolare veloce, sotto il livello stradale, quindi tutta l’area rimarrà libera per la mobilità interna all’ospedale. Diventerà un’area fruibile a chiunque, non soltanto ai malati, ma parte integrante del territorio che, avendo un’importante sviluppo con questa realizzazione, porterà lì la costruzione di tante altre attività: alberghi, B&B, pizzerie, ristoranti, paninoteche. E, chiaramente, con un impegno che si potrà ricavare dai residui di gara, si realizzeranno anche interventi di recupero di fabbricati e di aree oggi abbandonate e degradate”.

Una riqualificazione, una dimensione, un valore diverso di cui, ahimè, si parlava già dieci anni fa, come di “una zona con vocazione al commercio e porta d’ingresso della città e del quartiere di Via Popilia”. A Vaglio Lise, un’area di 83.000 metri quadri, sarebbe dovuta sorgere un’immensa piazza d’affari, un enorme centro commerciale all’aperto, uno scambio intermodale per la metropolitana leggera e per la futura stazione dei pullman, ovviamente mai realizzate. Sotto la piazza, proprio il grande parcheggio avrebbe dovuto ospitare bus, utenti della metro e spazi dedicati ai servizi per il commercio. Nulla di tutto ciò è stato fatto, e oggi di quei progetti e di quelle promesse rimangono solo i loro fantasmi, nel grande degrado di un desertico “non-luogo”.

L’AUTOSTAZIONE: PUNTO STRATEGICO DI VIOLENZE E AGGRESSIONI

Non solo luogo privilegiato di abbandono, degrado, e scarso decoro, ma anche ambiente deputato alla violenza, in cui, negli anni, si sono susseguite una serie di denunce che avrebbero dovuto portare a un maggior controllo e vivibilità del territorio. Violenza che si ritrova, in forma anche maggiore, nell’altro luogo deputato alla mobilità della città: l’autostazione di Cosenza. Anche in questo caso non c’è molto da dire perché abbandono e degrado sono visibili a occhio nudo: problemi strutturali alle pensiline, nessuna sala d’attesa, illuminazione inesistente, pavimentazione distrutta, rifiuti, telecamere di sorveglianza assenti, così come altra grande assente è la polizia. Luogo di importanza strategica, sociale ed economica, è oggi punto nevralgico degli episodi di violenza che si verificano in città, e zona privilegiata della secolare pratica del “parcheggio in doppia (ma, perché no, anche tripla) fila”.

Violente risse in pieno giorno, aggressioni la sera. “Autostazione, si accomoda in un’auto non sua, il proprietario lo scaccia con un seghetto”. Così titolava, non molto tempo fa, una delle tante notizie di violenza. Una scena che, a immaginarla, sembra quella di un film, eppure non lo è: accade a Cosenza, nel cuore della città, a due passi dal centro e sotto gli occhi di tutti, istituzioni comprese.

A poco sono valse le tantissime denunce, come quelle avanzate dall’Associazione Brutia Commercianti e dal sindacato Faisa Confail che, a più riprese, hanno messo in evidenza la mancanza di cura e di attenzione nei confronti della zona, lasciata, peraltro, al vandalismo e alla quasi totale anarchia. “Ormai sono anni che se ne parla, ma la situazione è sempre la stessa!” – scriveva il presidente di Brutia Commercianti Luigi Mastrandrea. “Noi come Brutia commercianti, insieme al sindacato Confail Faisa, abbiamo fatto numerosissime denunce al riguardo! A quanto pare, però, gli addetti ai lavori non sono interessati a che le cose funzionino! Purtroppo il sito dell’autostazione è sempre più fatiscente, la sala d’attesa è inesistente, l’illuminazione funziona al 50%, alcune pensiline presentano seri problemi di stabilità, la sicurezza è inesistente!”. E proseguiva, nella stessa nota diramata il mese scorso: “Adesso, a rendere ancora più chiara quella che è la situazione, sono i due episodi criminosi avvenuti in questo mese. Un uomo è stato arrestato mentre tentava di riscuotere una somma per la restituzione di un’auto rubata, e due persone sono state messe sotto misura cautelare per aver cercato di rapinare un ragazzo. Un sito così importante, che collega questa città con il suo grandissimo e importantissimo hinterland, completamente abbandonato a se stesso, in un momento in cui, l’economia e la sicurezza, dovrebbero essere al primo posto sempre! Nuovamente facciamo appello all’amministrazione comunale di Cosenza e al sindaco, e chiediamo un incontro con il Prefetto di Cosenza e al direttivo delle Ferrovie della Calabria, perché si ponga fine, una volta per tutte, a questa situazione veramente vergognosa”. 

Violenze che diventano, ormai, protagoniste di video da diffondere sui social, e che restituiscono della città un’immagine chiara e precisa. Un’immagine in cui a regnare, oltre al degrado, all’abbandono, all’incuria, alla violenza, alla pericolosità, è soprattutto il silenzio assordante di coloro che a questi problemi dovrebbero porre rimedio, garantendo ai cittadini la possibilità di vivere serenamente e la certezza di quei diritti che, ad oggi, risultano negati. Fantasmi, anch’essi, di un sistema malfunzionante, che arranca e sprofonda nella sua stessa incuria, trascinando con sé tutto ciò che attorno ad esso gravita.

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