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Catanzaro, muore schiacciato dal trattore: Federacma rinnova l’allarme sulla sicurezza dei mezzi agricoli

Ancora una vittima tra le campagne italiane. Nel quartiere Barone di Catanzaro, in via Curtatone, un uomo di 56 anni ha perso la vita a seguito del ribaltamento del mezzo agricolo con cui stava lavorando un terreno di sua proprietà. Il trattore si è capovolto, schiacciandolo. I sanitari del 118, intervenuti rapidamente, non hanno potuto fare altro che constatare il decesso. Sul posto anche i Vigili del Fuoco e i Carabinieri, che stanno ricostruendo la dinamica dell’incidente.

Federacma – la Federazione Confcommercio delle associazioni dei rivenditori di macchine agricole, operatrici e da giardinaggio – esprime profondo cordoglio per la scomparsa e torna a lanciare l’allarme sulla mancata attuazione della revisione obbligatoria dei mezzi agricoli, ferma da oltre un decennio.

Ogni giorno che passa senza revisione è un giorno in cui si rischia la vita nei campi – dichiara il presidente di Federacma, Andrea Borio –. Mezzi non controllati, privi di rollbar, cinture o freni efficienti, possono trasformarsi in trappole mortali. E purtroppo è quello che accade ormai con cadenza giornaliera, come dimostrano i tragici casi di queste settimane“.

Secondo i dati INAIL, ogni anno in Italia si registrano oltre 100 morti sul lavoro in agricoltura, con il ribaltamento dei trattori come principale causa. A far la differenza sono i dispositivi di sicurezza, ma anche la manutenzione regolare, che oggi non è garantita da nessuna procedura operativa.

La revisione dei mezzi agricoli è obbligatoria per legge dal 2015 – continua Borio – ma a distanza di dieci anni manca ancora il decreto attuativo. Non ci sono officine accreditate, non ci sono istruzioni operative. Il risultato è che ogni paio di giorni piangiamo un’altra vittima“.

Federacma chiede con urgenza al Governo di sbloccare l’iter del decreto e si dice pronta a collaborare con la propria rete di rivenditori, officine e tecnici qualificati per mettere in campo un sistema di controlli efficiente e capillare.

La sicurezza non deve essere un lusso per pochi o una promessa rinviata – conclude Borio –. È una responsabilità collettiva. Lo Stato non può continuare a voltarsi dall’altra parte mentre le famiglie piangono i propri cari“.

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