“Sono sinceramente felice ed emozionato allo stesso tempo di essere qui sul palco a porgere i miei saluti davanti ad una platea riunita oggi per ricordare e celebrare una grande figura come quella di Mario Foglietti. Il Teatro Politeama, che porta il suo nome, è nato sotto la sua sovrintendenza e, per quattordici lunghe stagioni, ha avuto il privilegio di poter essere guidato e accompagnato in un percorso di crescita che ha contribuito a fare del teatro pubblico a Catanzaro un motivo di vanto e di orgoglio.
Non mi soffermo troppo su quello che Mario Foglietti ha rappresentato per la città dove ha voluto fare ritorno, dopo una luminosa carriera, mettendo a disposizione la propria esperienza e le proprie conoscenze. Mi piace riprendere le parole che ho letto in un paio di articoli: Sergio Dragone, altro pezzo fondamentale della storia del Politeama, l’ha definito forte e fragile, come tutte le persone sensibili, uno che non si è fatto mancare niente nella vita. Filippo Veltri ha posto in risalto la bontà di una persona che, senza ostentare, ha messo tutto se stesso in un’opera titanica.
La sua vicenda umana e professionale così particolare e il profondo legame con Catanzaro ci raccontano tanto di un uomo di cultura a cui la città deve molto ed i cui insegnamenti meritano di essere ricordati e attualizzati. Per questo motivo, ho apprezzato l’iniziativa dell’attuale Sovrintendente Antonietta Santacroce, che è cresciuta fianco a fianco con Foglietti e che, in questi suoi primi mesi di incarico, sta dimostrando tutto l’entusiasmo e la passione nell’aprire un nuovo capitolo del Politeama.
Sono certo che non ci fermeremo a questa serata d’onore: con il management lavoreremo per continuare a tenere viva la scia della commemorazione, in maniera non nostalgica, come Foglietti avrebbe voluto. Nel 2026 ricadranno i novant’anni dalla nascita e i dieci anni dalla scomparsa: un doppio anniversario che sarà occasione per mettere su delle iniziative per valorizzare anche alcuni suoi lavori, finora rimasti inediti, e lasciare un segno tangibile del legame con la città e con il teatro che resta sempre vivo e autentico”.