“La gestione dei pontili e, in futuro, del porto di Catanzaro deve essere pubblica”. È il monito lanciato dai consiglieri comunale Eugenio Riccio, Lea Concolino, Gianni Costa e Manuel Laudadio, che proseguono: “L’Amministrazione comunale ha una soluzione semplice ed è già bella e pronta ‘in casa’. Cominciare con l’affidamento di uno specchio d’acqua alla sua società in house: la Catanzaro Servizi. Ciononostante, la relativa procedura amministrativa è stata improvvisamente revocata e, per il momento, non se ne sa più nulla. Una situazione poco spiegabile e che va contro il piano industriale della società votato e approvato dal Consiglio comunale. Nel documento – spiegano i consiglieri – veniva esplicitamente indicato come l’affidamento della concessione demaniale marittima fosse ‘assolutamente praticabile e utile’. Da un lato la società, che non scopriamo oggi avere problemi finanziari, avrebbe ottenuto un servizio remunerativo e dall’altro sarebbero aumentati i posti barca e, quindi, l’attrattività turistica del nostro porto”.
A questo punto i consiglieri domandano: “Cosa è cambiato? L’Amministrazione ha deciso di fare un passo indietro sconfessando la volontà della massima assemblea rappresentativa comunale? Noi – proseguono – riteniamo utile non solo affidare uno specchio d’acqua per l’installazione dei pontili ma di incrementare ulteriormente i servizi affidati alla Catanzaro servizi. Un graduale passaggio con cui le maestranze della società in house potranno acquisire l’expertise e le competenze necessarie per un passaggio futuro ancora più in grande: la gestione dell’intero porto. Riteniamo controproducente e contro l’interesse pubblico la bislacca idea del project financing prospettata dall’attuale Amministrazione per la strategica infrastruttura del capoluogo. Sarebbe, infatti, un insensato regalo al privato concedere la gestione del porto. In prospettiva, quando i lavori saranno eseguiti e l’operatività sarà a regime i possibili ricavi (fra posti barca e servizi aggiuntivi) potrebbero aggirarsi attorno al milione di euro all’anno. Una cifra che, al netto dei costi, potrebbe finire nel bilancio comunale ed essere reinvestita per migliorare tanti altri servizi della città di Catanzaro. Perché fare un regalo del genere al privato e non programmare di incamerare queste risorse a beneficio dei cittadini?”.
I quattro consiglieri concludono: “La gestione pubblica del porto non è un miraggio o una singolarità. Basta guardare ad altri esempi analoghi. Se per le grandi infrastrutture è comprensibile l’affidamento almeno in parte a soggetti privati, nei porti medio-piccoli come quello catanzarese la tendenza nazionale è proprio quella di affidare alla società in house pubbliche la relativa gestione. Per non andare troppo lontano, una strada simile è stata tracciata per il porto di Capri. Perché non seguire questo modello? Perché un’Amministrazione sulla carta di sinistra invece che tutelare il pubblico guarda a meccanismi che favorirebbero il privato?”.