“L’intelligente riflessione del dottore Bevacqua, già sindaco della Città, è certamente apprezzabile ma ha due evidenti limiti. Il primo è che nell’analisi del declino di Catanzaro commette molte omissioni. Il secondo è che parlando delle responsabilità della classe imprenditoriale fa di tutta l’erba un fascio.
Al primo limite mi permetto, con molta umiltà, di “riparare” io. Se Catanzaro è in declino, è perché in molti hanno fallito. Sindaci e vicesindaci, parlamentari, presidenti di Regione, assessori e consiglieri comunali, imprenditori mordi e fuggi che hanno sciupato enormi finanziamenti, imprenditori dalle gambe di argilla che magari non pagano gli stipendi per mesi, mondo universitario, certi settori delle professioni al servizio della politica. Il dottore Bevacqua non ha parlato, per esempio, del fallimento della Fondazione Campanella, che ha inghiottito una quantità impressionante di denaro pubblico senza produrre nulla se non debiti e disoccupazione. Così come ha dimenticato l’Università, che in questi anni è diventata una costola dell’Unical, alla quale ha ceduto gratis la facoltà di medicina auto indebolendosi.
Potrei continuare per ore ma mi fermo qui aggiungendo solo un’ultima considerazione: sul declino della città non mi sento di dare specifiche responsabilità all’attuale sindaco, in carica da appena due anni. Semmai, occorrerebbe riconoscergli il coraggio di essersi candidato, andando incontro a un’eredità pesante, fatta, tanto per citare un paio di esempi, di debiti fuori bilancio e società partecipate fragili e a rischio di finire nel mirino della Corte dei Conti.
Ha ragione il dottore Bevacqua quando dice che i gruppi imprenditoriali storici della Città sono quasi tutti in difficoltà, anche se le accuse lanciate alle nuove generazioni che hanno ereditato dai patriarchi mi sono sembrate eccessive. Si pensi che anche gli eredi del Cavaliere Colosimo non si sono mai tirati indietro nello sponsorizzare il Politeama e altre iniziative pubbliche.
Ma avrebbe anche fatto bene il dottore Bevacqua a ricordare che c’è un gruppo imprenditoriale che ha applicato il “metodo San Francisco” da molti anni, restituendo alla Città parte di quello che la città gli ha riservato in termini di successo e crescita. Un gruppo che garantisce stipendi puntuali a centinaia di famiglie di tutta la Calabria, contribuisce a un notevole indotto in termini di lavoro dato ad altre e diverse imprese, dà servizi alla cittadinanza ma che si è anche posto il problema di dare un contributo fattivo sul piano sociale, mettendosi sulle spalle uno dei principali elementi identitari della Città, con enormi sacrifici. Un elemento identitario che non è solo immagine, ma che ha creato anche un importante indotto grazie alle presenze che si sono quadruplicate.
Si dica, allora, con onestà, che non tutti i gatti sono grigi di notte e che semmai è il tempo che altri seguano l’esempio di chi in questa città crede ancora”.
Lo scrive, in una nota, il consigliere comunale di Catanzaro, Antonio Corsi.