“Qualche anno fa, casualmente, mi sono ritrovato tra le mani alcune fotografie in bianco e nero che, al primo sguardo, sembravano poco riuscite. In realtà erano immagini volutamente imperfette, contraddistinte da un’essenza eterea, astratta. Provocavano un impatto così forte che decisi di soffermare la mia attenzione”.
Così Mario Talarico, fondatore del MABOS (Museo d’Arte del Bosco della Sila), ricorda l’origine della sua passione per gli scatti di Mario Giacomelli, fotografo riconosciuto a livello mondiale per il suo originale linguaggio fotografico nonché autore del progetto “Il canto nei nuovi emigranti” ispirato dal poeta calabrese Franco Costabile.
Proprio queste immagini che ritraggono una Calabria desertificata nei suoi paesi interni, documentando la trasformazione di un mondo contadino in qualcosa di non perfettamente compreso, compongono l’esposizione permanente “Camera Oscura” che sarà inaugurata domenica 10 settembre al MABOS.
Alle porte della Sila Catanzarese, ad impreziosire il parco espositivo che comprende più di 35 opere prodotte site-specific da artisti nazionali e internazionali ospitati negli anni nelle residente artistiche e distribuite in 30.000 mq di bosco, grazie alla collaborazione con la Fondazione-Archivio Mario Giacomelli, giungono queste 25 fotografie giacomelliane scattate nei paesi dell’entroterra calabrese negli anni ’80, tra la pura bellezza della potente umiltà e il mistero di una terra dominata da forti contrasti.
“Abbiamo deciso di allestire la mostra in punto strategico del percorso museale all’aperto, in prossimità dell’Area Sacred Forms, offrendo la possibilità di entrare in stretta relazione e interazione con il dialogo poetico” spiega Elisabetta Longo, direttrice del museo fondato nel 2017, orgogliosa del progetto che rappresenta un’occasione di ricognizione e riappropriazione di un pezzo di storia calabrese, italiana.
Anche fisicamente, all’interno del parco espositivo, l’esposizione rappresenta una cesura: una struttura in legno lamellare e vetrate si prepara ad ospitare la prima e importante collezione fotografica del MABOS, diventando così il precedente per possibili approfondimenti sull’universo fotografico.
Ad alzare il sipario su queste opere che, come evidenzia il testo di Katiuscia Biondi Giacomelli, curatrice della mostra nonché direttrice artistica dell’Associazione Archivio Mario Giacomelli, ritraggono persone comuni sospese in un’immobilità perenne fatta di piccole cose quotidiane, chiuse in un moto perpetuo, intorno a un centro in cui tutto gravita e vi è assorbito, sarà un vernissage, impreziosito da talk e performance artistiche.
La giornata di domenica 10 settembre, infatti, avrà inizio, alle ore 9, con un momento divulgativo sul fotografo marchigiano alla presenza di Katiuscia Biondi Giacomelli, Antonio Armentano, cultore della fotografia, e Caterina Martino, docente presso l’Università della Calabria e l’Università eCampus. Si proseguirà alle ore 11, con un talk in collegamento streaming con Mario Cresci, tra i più grandi protagonisti della fotografia italiana, che, condotto dal fotogiornalista Massimo Mastrolillo, racconterà aneddoti, esperienze e relazioni personali e professionali con Giacomelli.
Alle ore 15, l’apertura ufficiale della mostra permanente “Camera Oscura” a cura del fondatore e della direttrice del MABOS, introdotti dal saluto istituzionale del presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso, e del sindaco di Sorbo San Basile, Vincenzo Nania. L’inaugurazione sarà scandita dalla competenza della curatrice della mostra, dai versi del “Canto dei nuovi emigranti” recitati dall’attrice Lara Chiellino e dalle incursioni performative a cura di Scenari Visibili–Tip Teatro. A suggellare l’intensa giornata, alle ore 18.30, sarà il concerto del cantautore calabrese Carmine Torchia.
“Attraverso questi scatti in cui è evidente che Giacomelli rifiuta le regole della buona fotografia per addentrarsi nella materia delle cose e guardarle senza sovrastrutture, così come Costabile rifugge da un verso cantabile e adotta il verso sciolto, offriamo ai visitatori la possibilità di guardare dentro le pieghe di un popolo nonché tra i contrasti stridenti dei luoghi raccontati in versi e per immagini, mostrando sempre vicinanza agli ultimi con lo sguardo volto alle nuove generazioni” chiosano Talarico e Longo invitando appassionati, fotoamatori, istituzioni culturali a prendere parte a un evento che rappresenta il coronamento di un’operazione di grande valore per il MABOS e per l’intero territorio.