Potrebbe allontanarsi ancora, per la famiglia Corasoniti di Catanzaro, Vitaliano, la moglie Rita Mazzei e i due figli minori superstiti Antonello e Zaira Maria, sopravvissuti al rogo della loro abitazione avvenuto ad ottobre scorso e nel quale persero la vita gli altri tre figli Saverio, di 22 anni, Aldo di 14 e Mattia di 12, la possibilità di avere nuovamente, a breve, una propria casa. Lo scrive la Gazzetta del Sud.
L’appartamento che l’Aterp stava ristrutturando e che a breve sarebbe stato consegnato alla famiglia, i cui quattro componenti rimasero gravemente feriti nel rogo e che si sono dovuti sottoporre a mesi di cure che per alcuni di loro ancora continuano – riporta il giornale – è stato infatti occupato da alcune persone di etnia rom. L’allarme è scattato quando gli operai impegnati nei lavori di ristrutturazione dell’appartamento in via Caduti XVI Marzo (poco distante dall’abitazione distrutta dal rogo) hanno trovato la porta sbarrata. Secondo quanto è stato possibile ricostruire, gli operai sarebbero stati minacciati da uno degli occupanti e “invitati” ad allontanarsi subito. Il fatto è stato segnalato all’Agenzia regionale che si occupa dell’edilizia residenziale pubblica che ha presentato una denuncia alle forze dell’ordine.
La vicenda potrebbe tuttavia complicarsi ulteriormente per la presenza all’interno del nucleo occupante anche di un minore, cosa che non consentirebbe un intervento di sgombero. Solo pochi giorni addietro la famiglia Corasoniti aveva preso temporaneamente possesso di un immobile di proprietà della Onlus Fondazione Città Solidale messo temporaneamente a loro disposizione in attesa della ristrutturazione dell’abitazione che, invece, è stata illecitamente occupata.