“I Consiglieri Daniela Palaia e Nunzio Belcaro hanno avuto la pretesa di replicare alla nota pubblicata qualche giorno fa, avente ad oggetto la vicenda del Cinema Orso. I toni impiegati sono sempre gli stessi: inutile tentativo di offendere; insulti sottesi; sarcasmo ingiustificabile; classica retorica; slogan inconcludenti.
Non si ha alcuna intenzione di replicare con medesimi toni a chi ritiene che la manifestazione del libero pensiero e la libertà di critica sarebbe un mero slancio di protagonismo mediatico. È, però, davvero specioso che i Consiglieri di maggioranza pretendano – con una presunzione imbarazzante – di impartire lezioni sul come si debba fare opposizione; nel mentre sarebbe preferibile che si soffermassero con maggiore proficuità sul come si governa la Città, visti i risultati – per vero assai lacunosi – sino ad ora conseguiti.
In tale direzione, di là dalla consueta retorica, dovrebbero dimostrare ai cittadini – prima che ai gruppi di opposizione – l’efficienza dell’Amministrazione nel trattare la vicenda del Cinema Orso. Con i limitati mezzi di conoscenza a nostra disposizione abbiamo potuto formulare qualche dubbio. Sia detto per inciso a chi è poco avvezzo alla modalità espressiva del pensiero giuridico, che l’uso di formule dubitative [“forse”, “probabilmente”, “sembra”, ecc.] costituisce nient’altro che un esercizio di umiltà, al quale abituano i maestri del diritto, consapevoli della precarietà delle soluzioni giuridiche e della inconsistenza di quanti rivendichino la “verità” nella scienza del diritto. I Consiglieri Daniela Palaia e Nunzio Belcaro – dotati di grandi certezze e del possesso della “verità” – dovrebbero dunque comunicare ai cittadini cosa avrebbe impedito all’Amministrazione comunale di negoziare con i debitori la conclusione di un accordo, così da far acquisire al patrimonio comunale il Cinema Orso. Quali norme avrebbero precluso una rinunzia all’azione esecutiva e lo svolgimento di una trattativa, per altro richiesta – a quanto è dato sapere – dai proprietari. E ciò senza interrogarsi sulle norme e la loro interpretazione – questa volta sì di difficile conseguimento – che precluderebbero l’assegnazione del bene.
Saremmo così tutti consapevoli che il Comune aveva un’unica via a disposizione, per acquisire la proprietà dell’immobile: l’apposizione al Cinema Orso del vincolo di bene culturale e la apposizione di vincolo culturale in pendenza della procedura esecutiva, seppure capace di generare una dispendiosa e defatigante controversia.
Sì da fugare sino in fondo qualunque dubbio sull’azione amministrativa del Comune. Ciò che conta per preservare l’azione amministrativa del Comune non è certo la solidarietà dell’opposizione, che mai è mancata – né mancherà in futuro – nei momenti importanti di difesa degli interessi collettivi della Comunità cittadina, sebbene irrilevante in casi di tal genere. Ciò che conta è se l’Amministrazione abbia o no fatto quanto dovuto, in modo corretto, per conseguire l’obiettivo che si è prefissata. Ma su questo le perplessità rimangono nonostante le illuminanti osservazioni dei Consiglieri Palaia e Belcaro”.
Così replicano in una nota i consiglieri comunali Valerio Donato, Gianni Parisi e Stefano Veraldi.