“L’inumazione d’ufficio è la pratica che l’Amministrazione municipale ha adottato per fare fronte alle criticità emerse nella gestione di cimiteri cittadini” – afferma in una nota il presidente dell’associazione “I Quartieri” Alfredo Serrao.
“A Catanzaro nel settore della gestione cimiteriale siamo entrati, senza che si capisca dove è lo scacchiere di guerra, in una specie di economia bellica, dove saltano per situazioni di contingenza di equilibri e le programmazioni. Ma, con grande onestà non ci sembra che sia questo lo scenario possibile, anzi quello che viene delineato, che sembra più essere una foglia di fico messa davanti all’incapacità amministrativa, che una reale esigenza. Tutto questo è quello che viene contemplato come causa e quindi come risoluzione nell’odierna ordinanza del sindaco Nicola Fiorita, la n.6989.
L’urgenza e la contingenza dei fatti, nonché le salme che ormai da giorni giacevano, senza alcun distinguo fra decessi Covid e no Covid e, in totale violazione delle norme igienico sanitarie negli obitori cimiteriali, hanno reso necessaria l’ordinanza sindacale emanata oggi, che da una parte cerca di risolvere, in attesa della realizzazione di nuovi loculi, l’emergenza, senza peraltro andare a capire il perché della disfunzione creatasi, che è e resta come “primato” negativo della storia della città; mentre dall’altra consolida una serie di illegittimità sovrapponendo le funzioni del sindaco a quelle del Consiglio comunale.
Tutto quello che sembra essere un atto di buona gestione e di responsabilità, si materializza invece come un ennesimo errore e soprattutto, in palese contraddizione con le norme generali, con i regolamenti esistenti e perché no, con una buona prassi consolidata di trasparenza amministrativa e di rispetto della legge.
Si legge nel testo dell’ordinanza 6898/16.09.2022: “che a decorrere dalla data di pubblicazione della presente ordinanza si provveda, secondo i necessari tempi tecnici, a dar corso alle operazioni di inumazione delle salme giacenti negli obitori comunali, previa comunicazione degli Uffici cimiteriali ai familiari o loro delegati all’atto della scelta dei posti salma disponibili di cui all’art. 2 dell’appendice B al vigente Regolamento di Polizia mortuaria, approvata con D.C.C. n. 53 del 31/05/2022”. Ed ancora: “che i contratti di concessione saranno stipulati in occasione delle tumulazioni con decorrenza dalla data di morte”; precisando altresì che la carenza ricettizia dei cimiteri è prorogata fino al prossimo 31.12.2022.
Dobbiamo rilevare – prosegue la nota – che quanto disposto dal sindaco Fiorita con la citata ordinanza, non ha il carattere “dell’ordine a fare”, quello che diventa esecutivo con la pubblicazione dell’atto – l’ordinanza – bensì diventa una mera “presa d’atto”, quasi a sottolineare che l’attività della burocrazia comunale è sganciata dalla responsabilità del sindaco quale massima autorità sanitaria e di polizia mortuaria e, che come tale, opera in perfetta solitudine senza rispetto della norma e delle prassi consolidate. E’ palese tutto questo, anche perché e, ne abbiamo contezza, le operazione di inumazione nei solchi comuni, individuati dagli uffici, sono già in atto dal lunedì 12/09/2022, quindi ancora prima dell’atto sindacale. Se è così, ed è così, dobbiamo concludere che il sindaco Fiorita è rimasto con il cerino in mano, mentre la macchina comunale cammina secondo una sua regola, quella che va in perfetta violazione delle leggi e delle norme, che poi vengono portati alla firma del “primo cittadino” quasi a consolidare in termini di complicità, sempre presunta, una procedura di malagestione.
Anche questo è talmente vero che sconfessa le disposizioni che prima abbiamo evidenziato e che sono richiamate nell’ordinanza di emergenza sui cimiteri, perché ed anche di questo abbiamo contezza, gli uffici cimiteriali starebbero provvedendo a stipulare contratti di concessione 10+10, cioè di dieci anni rinnovabili, per quelle inumazioni che la stessa ordinanza del sindaco indica come straordinarie ed emergenziali… Appare legittimo domandarsi se questi contratti hanno una valenza amministrativa? Perché pur non essendo contemplati nella regolarità gestionale, perché fatto transitorio come dice l’ordinanza, diventano de facto atti definitivi in presenza della richiesta degli oneri di concessione e di contratti a scadenza di dieci anni rinnovabili. Potremmo concludere che non c’è straordinarietà, ma una nuova procedura, non autorizzata, di variazione dei siti cimiteriali, magari già in deficit delle aree previste dalle disposizioni di Protezione Civile, necessarie per gli eventi catastrofici.
A tutto questo c’è da domandare al sindaco Fiorita, se è a conoscenza che i cosiddetti “solchi comuni” indicati dagli uffici cimiteriali, sono le zone già previste dal PRC – piano regolatore cimiteriale – come zone per l’inumazione dei resti da aborto e/o umani e, per le aree di tumulazioni dei bambini, senza considerare che nelle aeree indicate sono tumulati i resti di cittadini catanzaresi benemeriti, che hanno ricevuto lo status e la posizione nel cimitero sulla base di una delibera di Consiglio comunale. Ciò premesso appare illegittimo rimodulare la destinazione dei luoghi, senza che intervenga una delibera di Consiglio comunale che modifica il Piano regolatore cimiteriale, per come è assolutamente illegale rimuovere dei resti in un area identificata, anche con il presunto consenso dei congiunti, operazione che per oggettività non è iniziata stamattina dopo l’ordinanza del sindaco, ma è invece una prassi che opera da più di una settimana, visto che le operazioni di inumazione in emergenza hanno luogo, come già detto da lunedì 12 c.m.
E’ chiaro che a questo punto la vicenda dei cimiteri cittadini deve assumere una connotazione diversa, fuori dal contesto comunale, – conclude il presidente – anche perché appare evidente che l’agire del sindaco Fiorita è dettato da evidente superficialità, quella che diventa pericolosa in un contesto, come i cimiteri che sono scenari sensibili, sia per eventuali fenomeni di malagestione, sia perché toccano la sensibilità dei catanzaresi in termini di pietas e di memoria. Quello che i cittadini generalmente non dimenticano”.