“Era il 27 febbraio del 2021 quando mi recai presso il comune di Guardavalle per solidarizzare con il sindaco Pino Ussia “sciolto ma non dissolto”.In quella occasione non c’era la politica che conta e non c’era neppure il partito del sindaco disarcionato, se non pochi compagni della locale sezione. Ci siamo stati noi però, alcuni suoi amici, il suo avvocato e poche altre persone con a cuore le battaglie contro le ingiustizie, specie se perpetrate dallo Stato ai danni di cittadini e democrazia. Oggi, dopo moltissimi anni che il Consiglio di Stato non emetteva una sentenza significativamente garantista (semmai ne ha emesse decine che al più hanno ribaltato qualche rarissimo sprazzo di garantismo ed obiettività dei TAR), finalmente una decisione in linea con lo Stato di Diritto.” Ad affermarlo Pierpaolo Zavettieri, sindaco di Roghudi e cofondatore di “Mezzogiorno in Movimento”, rivolgendosi a Pino Ussia.
“Una sentenza – prosegue Zavettieri – che ci auguriamo non prenda le mosse solo da poche menti giuste ed illuminate che l’hanno scritta ed emessa ma sia inspirata da un auspicabile cambio di rotta della massima autorità della giustizia amministrativa e che così recita:
– – È opinione del Collegio che le circostanze fattuali (…) non restituiscano un quadro sufficientemente probante, sia pure nella logica del “più probabile che non”, del condizionamento o del collegamento mafioso, ma di *una gestione non particolarmente efficiente ed efficace dell’attività amministrativa, che non può però giustificare lo scioglimento degli organi elettivi*, il quale incide sui «più alti valori costituzionali alla base del nostro ordinamento, quali il rispetto della volontà popolare espressa con il voto e l’autonomia dei diversi livelli di Governo garantita dalla Costituzione» – -.
Prosegue e conclude Zavettieri: “Nonostante il felicissimo esito di questa sentenza, sono convinto che per un cambio di mentalità politica su questi temi la strada sia ancora lunghissima, ripida e insidiosa. Nel frattempo, se dipendesse da me, farei incorniciare ed esporre in tutti i pubblici uffici, a fianco del Presidente della Repubblica, la parte di questa sentenza che fa riferimento “ai più alti valori costituzionali ed al rispetto della volontà popolare”.