“Mi inserirò nella storia e nella vita di questa comunità ascoltando e camminando insieme. Abbiamo il tempo di organizzarci ed all’inizio vi chiedo di avere pazienza”. Queste le prime parole che don Fabio Stanizzo ha pronunciato al termine della concelebrazione eucaristica, presieduta dal Vescovo, monsignor Giuseppe Schillaci, con cui si è insediato alla guida della parrocchia di San Giuseppe Artigiano.
“La mia idea di Chiesa – ha aggiunto don Fabio che sarà affiancato dal viceparroco don Francesco Benvenuto – è quella che ci dona il Vangelo e noi siamo qui perché il Signore ci chiama e siamo chiamati a nutrirci della sua Parola. La comunità parrocchiale è una comunità dove il Signore chiama e chiunque desidera farne parte deve poterlo fare”.
“In Pietro – ha proseguito facendo riferimento al brano del Vangelo – ci siamo ciascuno di noi ed il Signore ci invita a continuare ed a ripartire. Mi accingo a servire questa porzione di popolo. Lo farò con il vostro aiuto e dovremmo essere capaci di riconoscere i doni ed i carismi che ciascuno ha”.
Nel corso dell’omelia, monsignor Schillaci, nel presentare don Fabio alla comunità, ha invitato i presenti a riflettere sul fatto che “da cristiani non dimentichiamo l’orizzonte: la Parola che Gesù rivolge a don Fabio ed a ciascuno di noi, a don Francesco che seguirà don Fabio. Gesù – ha aggiunto – ci invita alla sequela e se dimentichiamo la sequela tutto questo è vano. È nella sequela di Gesù che noi possiamo capire il senso del ‘seguimi’. Il brano evangelico di oggi, che noi non abbiamo scelto e che viene declamato oggi in tutte le chiese, per don Fabio, ma per tutti, è un programma: è il Risorto che appare ai discepoli, ad una comunità che è smarrita e non sa cosa fare. È il Signore che riorienta ed è il Signore che riannoda le fila. Ed il Cristo Risorto dà senso a questo momento, a questa liturgia”.
Quindi, rivolgendosi a don Fabio ha chiesto: “Vuoi metterti veramente al servizio di Dio? Fallo come ha fatto Gesù, fallo con il suo stile. Non considerare le persone come ‘cosa tua’ perché il rischio di considerare gli altri in questi termini a volte c’è. Mettiamoci alla sequela di Gesù e lui ci insegnerà a guidare gli altri”. Da qui la sollecitazione a guardare al cuore, a quel cuore “che sa amare, che sa consegnarsi fino alla fine. Noi, carissimo Fabio -ha concluso il Vescovo -, auguriamo che nella nostra Chiesa di Lamezia possa crescere sempre più questo spirito, questa capacità di lasciarci raggiungere dal Signore Gesù. È da Lui che vogliamo imparare tutto questo, è dal suo stile di vita che vogliamo attingere. Quell’amore sempre accogliente e benevolo di speranza. Questo vogliamo essere nella nostra Lamezia, nella nostra Calabria”.
Numerosi i fedeli giunti da San Pietro a Maida dove don Fabio è stato parroco in questi anni e dove, come detto dallo stesso sacerdote, ha intrecciato rapporti e collaborazioni con le istituzioni civili, rappresentate dal sindaco, Domenico Giampà, che ha presenziato con la fascia tricolore, con le scuole, con quelle militari.
Ad accoglierlo a Lamezia, il sindaco, Paolo Mascaro, presente anch’egli con la fascia tricolore, che, nel delineare le doti umane di don Fabio, tra le altre cose, ha sottolineato l’opera del sacerdote come direttore della Caritas che in questi anni ha dato “apparentemente risposte di cibo, ma nella sostanza risposte di umanità”.
Presente anche una rappresentanza di Gizzeria, paese natale di don Fabio, insieme al sindaco, Francesco Argento, che ha voluto presenziare anch’egli con la fascia tricolore.