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Comunali Catanzaro, i 5 stelle scommettono su Fiorita: “È il candidato che può guidare e vincere la sfida dell’autosufficienza energetica”

«Catanzaro può inserirsi tra le città europee che raggiungeranno la neutralità climatica entro il 2030, in anticipo di 20 anni rispetto alle altre dell’Ue. Siamo certi che Nicola Fiorita ha tutte le doti per raggiungere questo obiettivo ambizioso, che, oltre a misurare la modernità dei centri urbani, richiede il coinvolgimento degli attori territoriali, sinergie forti e tenacia costante». L’ha detto il deputato M5S Giuseppe d’Ippolito, alla Camera membro della commissione Ambiente, nel suo intervento all’iniziativa di sabato 7 maggio sulle Comunità energetiche rinnovabili, tenuta dai pentastellati all’Hotel Palace di Catanzaro Lido per sostenere la candidatura a sindaco di Nicola Fiorita, anche con la partecipazione di altri due big calabresi del Movimento 5 Stelle: il deputato Paolo Parentela e l’europarlamentare Laura Ferrara.

Secondo Parentela, «è opportuno che nel programma di Fiorita si inserisca l’impegno ad attuare il Piano d’azione per l’energia sostenibile, il cosiddetto Patto dei sindaci». «Inoltre, Catanzaro può avere una crescita economica e sociale importante – sottolinea lo stesso deputato – dallo sviluppo delle agroenergie: agrisolare, agrivoltaico e biogas/biometano. A servizio della città mettiamo a disposizione le nostre competenze e i nostri rapporti politici, per una Catanzaro innovativa in grado di vincere le sfide energetiche e creare occupazione vera». Secondo i parlamentari M5S, «Fiorita è il candidato che a Catanzaro può guidare e vincere la sfida dell’autosufficienza energetica». «Caro prezzi, caro energia, necessità di approvvigionamento, autonomia e povertà energetica sono tematiche più che mai all’ordine del giorno. Dobbiamo però essere consapevoli – avverte Ferrara – che proprio in questa occasione, quando la crisi imporrebbe di concentrare risorse ed energie solo sul passaggio alle rinnovabili, verranno operati tentativi di aumentare l’uso dei fossili in nome dell’emergenza, di rallentare invece che accelerare la transizione ecologica».

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