“La fantasiosa narrazione di chi ha governato finora il Capoluogo di Regione ha ricevuto in epoca recente un regalo inaspettato: il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Ed è così che con la solita, disinvolta faciloneria, a palazzo De Nobili sono passati dal “non ci sono soldi da investire” al più rassicurante “facciamo tutto con il PNRR”. È lo stile che conosciamo bene: molte chiacchiere, pochi contenuti, zero prospettive, come se il Piano fosse l’ennesima occasione per scialacquare un bel po’ di risorse, tagliare qualche nastro e poi chi si è visto si è visto. Propaganda tanta, ma a spese delle reali potenzialità di fare di Catanzaro una città realmente moderna e in grado di uscire davvero dalla palude in cui l’hanno relegata”. Lo dichiara il candidato sindaco di Catanzaro per il centrosinistra, Nicola Fiorita, che aggiunge: “Abbiamo cominciato a ragionare delle opportunità offerte dal PNRR già nel corso della manifestazione di apertura della campagna elettorale lo scorso 12 aprile. Torneremo a farlo nelle prossime occasioni di incontro con i cittadini, entrando nel merito dei vari interventi possibili in almeno sei ambiti, dalla messa in sicurezza delle scuole alla rigenerazione urbana, continuando così a implementare il nostro programma per il governo cittadino.
Ma giusto per rendere l’idea dell’impegno che ci attende basta prendere in considerazione il tema dell’efficientamento energetico degli edifici pubblici. Ci vuol poco a capire che senza una visione non basta avere soldi, né tantomeno spendere i tantissimi del PNRR, perché questo servirebbe a dare nulla di più che qualche altra cattedrale nel deserto. Oggi abbiamo invece l’occasione di far diventare gli investimenti del Piano un vero e proprio moltiplicatore economico e quindi avere delle nuove economie di bilancio per la riduzione delle spese di esercizio nella gestione degli immobili pubblici.
Il Comune di Catanzaro – continua l’aspirante primo cittadino – spende parecchio in fitti passivi, veri e propri costi senza alcun ritorno. Con il PNRR si possono riqualificare energeticamente gli immobili di proprietà pubblica comunale ma anche quegli immobili che potrebbero arrivare al patrimonio comunale con degli accordi da stipulare con vari enti, dai ministeri alla Regione Calabria e oltre. Questo consentirebbe al Comune di individuare degli immobili di proprietà dove svolgere le proprie attività amministrative, dove erogare servizi alla collettività (sale studio, centri di aggregazione sociale, agli asili nido, ecc.) riqualificandoli energeticamente. Il risultato sarebbe l’azzeramento dei costi degli affitti passivi e l’ottimizzazione dei costi di gestione delle utenze per riscaldamento e raffrescamento.
È qui che entrano in gioco le Comunità Energetiche Rinnovabili che troverebbero ampia ed efficace attuazione attraverso l’utilizzo delle coperture dei fabbricati di proprietà pubblica per l’uso dell’energia solare. C’è da precisare che nel funzionamento delle CER i fabbricati non devono necessariamente essere nella disponibilità completa del comune ma basterebbe anche che venissero date in uso solo le superfici soleggiate. Catanzaro ha un gran numero di edifici pubblici, con grandi superfici esposte al sole, specialmente nel centro della città. Una situazione ideale. Infatti, per funzionare, questo innovativo sistema di scambio e condivisione dell’energia da fonti rinnovabili impone che l’energia prodotta debba essere consumata nello stesso momento (anche per ridurre il costo e l’impatto delle batterie di accumulo) e poiché l’energia solare fotovoltaica viene prodotta di giorno, tale sistema ben si adatta a quelle unità che vivono di giorno, si riscaldano e usano l’energia elettrica per le diverse esigenze.
Avere una disponibilità di risorse eccezionale come quella del PNRR riporta dunque in primo piano il più classico dei dilemmi di un amministratore: fare spesa corrente o investire i fondi disponibili. La differenza tra le due ipotesi è che i benefici della spesa corrente hanno portata temporale limitata, danno la sensazione di stare meglio nel breve periodo ma l’effetto si esaurisce subito senza garantire un ritorno. Un buon investimento, un investimento intelligente, è capace invece di generare un profitto che perdura e a volte cresce anche con il tempo. È questa la differenza tra ammodernare e riqualificare energeticamente gli edifici pubblici. Non basta rimetterli a nuovo, renderli più gradevoli, ma occorre fare in modo che questi pesino sempre meno sul bilancio del Comune così da liberare risorse importanti per altre voci di spesa. La riqualificazione energetica può richiedere magari tempi più lunghi rispetto all’ammodernamento estetico degli edifici, ma è la strada da perseguire perché il Comune faccia buona economia del patrimonio immobiliare con beneficio tangibile della collettività. Le nostre scelte sono in questo senso limpide. Come limpida resta l’alternativa per i catanzaresi, chiamati a scegliere tra il “vecchio”, variamente rappresentato o travestito, e l’opportunità di cominciare a scrivere una pagina del tutto nuova e innovativa”, conclude Fiorita.