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Sparo contro Centro Sociale dell’Aranceto, il consigliere regionale Montuoro: “Ho sentito la presidente Mantelli, visiteremo la struttura. Il CCS non può essere lasciato solo”

“Sono rimasto molto colpito dalla notizia denunciata dalla presidente del Centro calabrese di solidarietà, Isolina Mantelli: un colpo esploso contro la struttura che sorge nel cuore del quartiere Aranceto, il centro sociale dove gli operatori del CCS svolgono importanti attività progettuali contro la povertà educativa e per l’integrazione”. E’ quanto afferma il consigliere regionale Antonio Montuoro, segretario della Commissione consiliare contro il fenomeno della ‘ndrangheta che, appresa la notizia dello spregevole gesto intimidatorio ai danni del CCS, ha telefonato alla presidente Isolina Mantelli per esprimere solidarietà e vicinanza a tutti gli operatori e gli educatori del Centro.

“Di alcune zone delle città ci si occupa con superficialità, il più delle volte solo per casi di cronaca, tralasciando la ricchezza di progettualità delle associazioni e dei comitati di quartiere, come quelle svolte dal Centro Calabrese di solidarietà proprio attraverso il progetto “Vicino a te”, per esempio con cui si promuove l’alleanza, le competenze e la capacità d’innovazione della Comunità educante nel quartiere Aranceto di Catanzaro attraverso l’attivazione di spazi pedagogici, culturali, sportivi e di ristrutturazione dei rapporti sociali volti a contrastare la povertà educativa e l’isolamento dei minori residenti. E’ questo che evidentemente ha dato fastidio alle famiglie che considerano il quartiere la zona franca dove svolgere senza disturbo le proprie attività illecite, utilizzando i propri figli minori come manovalanza. A questo si aggiunge che le periferie, come le vediamo e le intendiamo, sono il frutto di dinamiche di espulsione in senso lato, dalla precarizzazione all’erosione dei diritti di cittadinanza. L’esclusione tende sempre più a manifestarsi in rapporto alla concentrazione delle nuove “classi pericolose” quale surplus di umanità difficilmente integrabile alle necessità del nuovo assetto socio-economico. E una realtà che il Centro calabrese di solidarietà contrasta, lavorando per dare una prospettiva diversa ai bambini che crescono in questi contesti, viene vista come un ostacolo al perpetrarsi di questo stato di cose. Siamo al fianco degli operatori, degli educatori dei volontari di questo straordinario Ente, e della sua presidente, pronti a fare la nostra parte per mantenere alta l’attenzione sul fenomeno e la necessità di intervenire: il Centro calabrese di solidarietà non può essere lasciato solo. Nei prossimi giorni visiteremo la struttura interessata dall’atto intimidatorio e programmeremo assieme delle concrete azioni di sostegno”.

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