“La pandemia ha fatto emergere le differenze tra le regioni del Servizio sanitario nazionale la cui ‘mission’ e’ invece l’uniformita’ delle prestazioni e l’offerta dei Livelli essenziali di assistenza a tutti i cittadini. Il potenziamento e la qualita’ della sanita’ territoriale e’ l’obiettivo che si e’ posto il governo con la programmazione ed il finanziamento di nuovi servizi”. E’ quanto sostiene in una nota il Comitato Donato Sindaco.
“Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) – prosegue la nota – prevede diversi interventi in sanita’ con i relativi finanziamenti. Gli ospedali di comunita’, o Strutture per le cure intermedie (uno per 50mila abitanti), sono strutture della rete territoriale per i ricoveri brevi destinati a pazienti che necessitano di interventi sanitari a media/bassa intensita’ clinica e per degenze di breve durata. Per ogni ospedale di comunita’ sono previste risorse per 2.622.000 euro. Le Case di comunita’, una ogni 20 mila abitanti, forniranno tutti i servizi sanitari di base, attraverso i Medici di Medicina Generale, i Pediatri, gli specialisti ambulatoriali, altre figure professionali, rafforzando il ruolo anche dei servizi sociali. Il costo previsto per ogni casa della comunita’ al livello strutturale e tecnologico e’ di 1,6 milioni di euro. La Regione Calabria nel mese di dicembre ha dovuto, pena scadenza dei termini del bando, approvare la rete delle strutture previste: 12 ospedali di comunita’ e 41 case di comunita’. L’elenco delle strutture individuate per Catanzaro sono solo 2: il Polo Sanitario Territoriale Umberto I ed il Polo sanitario di Catanzaro Lido per realizzare le Case della salute. Nessun ospedale di comunita’ previsto nella nostra citta’. I due poli su citati offrono gia’ i servizi del distretto e non hanno alcun spazio disponibile neppure per un altro ambulatorio. Ovviamente non potremo utilizzare i fondi previsti per nuove costruzioni o per l’adeguamento di immobili gia’ esistenti cosi come individuati in molti altri Comuni”.
“I locali dell’ex Ospedale di Via Acri, ex convento di San Agostino – conclude la nota – potrebbero diventare ospedale di comunita’, usufruendo dei previsti finanziamenti per offrire tutti i servizi sanitari che non puo’ certamente erogare l’Umberto I. Crediamo si debba chiedere al piu’ presto un tavolo istituzionale con la Regione, l’Azienda Sanitaria e i professionisti coinvolti rivendicando pari-opportunita’ per la citta’ Capoluogo come al solito non rappresentata nei luoghi deputati a decisioni fondamentali per la nostra salute”.