Peste Suina, Coldiretti Calabria e Regione a lavoro per scongiurare il pericolo

Misure tempestive per creare una barriera sanitaria con il coinvolgimento dei servizi veterinari vigilando oltre che sul piano sanitario anche contro le speculazioni di mercato a tutela degli allevatori e del sistema economico ed occupazionale, monitoraggio continuo e attuazione della delibera già adottata dalla Giunta Regionale a luglio scorso in occasione della manifestazione della Coldiretti Calabria che consente la semplificazione per il contenimento e controllo dei cinghiali, la disciplina degli interventi di controllo dei cinghiali e il loro contenimento in ambito urbano. Queste le richieste inoltrate dalla Coldiretti Calabria al Dipartimento Regionale Agricoltura per non permettere e scongiurare la diffusione della peste suina africana (PSA) dopo i casi riscontrati su cinghiali in Piemonte e Liguria ma anche in Germania, Belgio e Paesi dell'Est Europa.

"La peste suina - aggiunge Coldiretti - colpisce cinghiali e maiali ed è altamente contagiosa e spesso letale per questi animali, ma non è, invece, trasmissibile agli esseri umani In particolare la Coldiretti a completamento dell'attuazione della Delibera della Giunta Regionale, ha chiesto la predisposizione della piattaforma nella quale gli agricoltori possono fare la richiesta per l'abbattimento dei cinghiali".

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"Il proliferare della fauna selvatica, in particolare dei cinghiali, adesso più che mai, è argomento indifferibile è su questo – commenta Franco Aceto presidente di Coldiretti Calabria – abbiamo avuto impegni precisi da parte dell'Assessore Gallo. Adesso bisogna stringere i tempi – aggiunge – poiché il rischio della diffusione della Peste Suina Africana (Psa) attraverso i cinghiali è concreto; non è più rinviabile la loro riduzione sia numerica che spaziale attraverso le attività venatorie e le azioni di controllo. Occorre - prosegue Aceto -un'azione sinergica su più fronti intensificandogli gli interventi, per tutelare e difendere gli allevamenti e compensare gli eventuali danni economici alle imprese. Una particolare attenzione – aggiunge – va data anche all'elevato rischio di un afflusso non controllato di suini provenienti da fuori della Calabria e possibili portatori di peste".

"In Calabria, - ricorda Coldiretti - ci sono oltre 5mila allevamenti, compresi quelli familiari, con circa 52mila capi di suini, al netto dei quattro salumi DOP calabresi che già rispondono a precisi disciplinari sulla provenienza delle carni. Coldiretti stima che il comparto della produzione di salumi, insaccati e carne di maiale, allevamento, trasformazione, trasporto e distribuzione, è di oltre 400 milioni di euro".

"Non vorremmo, - conclude Aceto -che la filiera dei suini che annovera in Calabria eccellenze produttive con investimenti in risorse e marketing da parte di suinicoltori, avesse ripercussioni per una vicenda che è ben lontana da noi".