Irto a IlDispaccio: "Le mie idee per la Calabria. Tansi e De Magistris un bluff"

irto-nicola-di Pasquale Romano - E' l'uomo scelto dal Partito Democratico per guidare la Regione Calabria. Nicola Irto, ai microfoni de IlDispaccio, si dice pronto ad affrontare la sfida. Il politico 'orgogliosamente' reggino apre al Movimento 5Stelle, illustra le sue idee per rilanciare una regione disastrata, parla di 'odio e bluff' in relazione al polo civico rappresentato da Tansi e De Magistris.

Presidente Irto, lei ha sciolto le riserve accettando di essere il candidato Governatore per il Pd e gli alleati di centrosinistra. Il periodo di riflessione era dovuto a cosa principalmente, e qual è stato il fattore decisivo che l'ha spinta a dire 'si'?

"Non era tattica, la tempistica della mia scelta è dipesa anche da ragioni strettamente personali. Ad ogni modo, mi ha spinto a dire sì l'ampio sostegno, che nel corso dell'ultima settimana si è ulteriormente allargato a macchia d'olio, di militanti, circoli, dirigenti del partito, associazioni, amministratori locali e tantissimi cittadini che hanno visto in me un punto di riferimento. Una responsabilità che ho accettato con entusiasmo".

La sua candidatura è oramai da considerare definitiva, o c'è ancora spazio e tempo (come lei stesso aveva dichiarato qualche giorno fa) per riflessioni più ampie che coinvolgano altre forze politiche e possano accompagnare ad altre candidature? Il riferimento è ovviamente al Movimento 5 Stelle, contrario al suo profilo.

"Il nostro progetto politico è aperto e inclusivo. Come ho già avuto modo di sottolineare, credo che il Movimento 5 Stelle abbia ancora, unendosi a noi, l'occasione unica di iniziare finalmente a partecipare al governo di una regione. Alcune istanze del mondo pentastellato sono assolutamente meritevoli di attenzione. Personalmente, poi, da presidente del Consiglio regionale, sono orgoglioso di quanto fatto sul piano della trasparenza e della sobrietà della politica. Il centrosinistra innovativo e moderno, che sono stato chiamato a guidare, ha vinto in molte regioni italiane. Credo possa riuscirci anche qui. Ma io credo che il centrosinistra si debba allargare. Una coalizione dinamica, espressione di una società civile che vuole crescere, cambiare e partecipare, andando oltre un recinto statico di partiti. Mi pare sia questo anche il senso della riunione che è stata fatta a Roma poche ore fa coinvolgendo il presidente Conte, presente il garante Grillo. Sarebbe un bel segnale se da una regione carica di problemi venisse questo tipo di segnale ai cittadini, come io auspico".

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Come sta organizzando l'avvicinamento alla campagna elettorale rispetto alla presenza e la visibilità su tutto il territorio calabrese? Da reggino ha un suo robusto seguito ed elettorato in città, probabile stia cercando di fare lo stesso a Catanzaro, Cosenza e le altre città calabresi.

"Sono reggino e ne vado orgoglioso. Ma sono e mi sento calabrese al 100% e ho la fortuna di aver girato la nostra regione in lungo e in largo, accolto ovunque da tantissimi calabresi che la pensano nello stesso modo: pezzi importanti dalla società civile, associazioni, che hanno già assicurato il loro appoggio al centrosinistra per la campagna elettorale. Dobbiamo distinguere l'identità dal campanile: la prima è sana, il secondo ha procurato solo divisioni e danni per la Calabria".

Nei suoi primi interventi ha parlato molto di giovani, le nuove generazioni sembrano essere al centro della sua idea di governo. Del resto è impossibile pensare allo sviluppo di un territorio con i numeri drammatici della Calabria rispetto all'esodo giovanile e alla disoccupazione. Come pensa di poter rendere i giovani protagonisti e parte integrante del futuro della nostra regione?

"Ci sono due profili da prendere in considerazione, quello pubblico e quello privato. Nell'ambito pubblico credo che ci siano grandi energie e competenze che devono entrare nella PA per rivoluzionarla e farla funzionare come è necessario nel terzo millennio. I Comuni, gli Enti Locali e la stessa Regione hanno enormi "buchi" nella dotazione organica. Assumere personale giovane e preparato migliorerà la risposta e l'azione della pubblica amministrazione per far crescere la Calabria e al contempo potrebbe contenere ed evitare l'impoverimento delle nostre risorse umane. In secondo luogo, bisogna sostenere la voglia di fare impresa. Conosco tantissimi giovani che hanno realizzato delle idee fantastiche e si stanno facendo apprezzare sul mercato. La Regione, che resta il principale attore economico del territorio, deve sostenere l'autoimprenditorialità e la voglia dei giovani di fare impresa, ancor meglio se innovativa com'è nella natura delle nuove generazioni. Devono poterlo fare nella propria terra. E perché accada dobbiamo costruire le condizioni perché sia più conveniente rimanere in Calabria che andar via".

Ha dichiarato "Ridaremo dignità speranza a questa terra", espressione che porta a pensare alla situazione della sanità calabrese. Quanto accaduto nei mesi scorsi con la pantomima del triplo commissario in poche settimane rappresenta l'abisso di un sistema marcio da troppi anni le cui lacune l'emergenza Covid ha ulteriormente messo in mostra. La devastata sanità calabrese è uno dei principali problemi da affrontare, in che modo pensa di agire per riportarla ad una condizione accettabile ?

"Occorre tracciare una linea che delimiti nettamente passato e futuro, i famigerati "bilanci a tradizione orale" e l'ordine contabile e finanziario che occorre per il rilancio della sanità. Per quanto riguarda il passato, è evidente che lo Stato, come ha fatto per altre Regioni, deve farsi carico una volta per tutte della soluzione del problema. Quanto al futuro, guai a chi si macchia di malversazioni o illeciti. In questa direzione, l'arrivo del commissario Longo ci è stata proposta come garanzia di legalità e rigore. Naturalmente chi è alla base dei disastri degli ultimi decenni deve assumersene la responsabilità. Inoltre, sul piano contabile, è necessario eliminare il debito ingiustificato - come afferma la Corte dei conti - composto da tutti gli interessi, le spese legali e quelle per i commissari ad acta. Una situazione che costa alle tasche dei calabresi decine di milioni di euro l'anno. Il debito ingiustificato, cosa diversa dai doppi pagamenti, è prodotto dai ritardati o mancati pagamenti e provoca danno erariale. Tutto ciò favorisce i soggetti forti, che possono aspettare e vedono gli interessi commerciali aumentare: per molti, oggi, la sanità è un fondo speculativo che rende interessi altissimi. Mentre i soggetti deboli, che non hanno le spalle larghe per aspettare il giusto pagamento per anni, rischiano paradossalmente di rimanere schiacciati dai crediti insoddisfatti. Così,tra l'altro, si danneggia la sanità e si ingolfano gli uffici. Sono convinto che il Decreto Calabria debba essere un aggiornato in tal senso: pagare il vero debito e pagarlo subito".

La costruzione del Ponte sullo Stretto è un dibattito che si protrae perpetuo da decenni, tra favorevoli e contrari. Lei cosa ne pensa, da Governatore ne favorirebbe la costruzione?

"Sul Ponte non aiutano le posizioni preconcette o ideologiche. E non aiutano neanche gli slogan di chi mente sapendo di mentire, perché chi conosce il meccanismo del Recovery Fund e i suoi tempi, sa benissimo che il ponte non può rientrare tra le opere finanziabili con quel fondo. Peraltro, credo sia prioritario rendere la Statale Jonica una strada normale e non più la "strada della morte", o completare definitivamente la A2 che completa non è, realizzare l'alta velocità ferroviaria, quella vera che significa collegare in tre ore e mezzo Roma con Villa San Giovanni ,e aumentare il traffico dei nostri aeroporti".

Le risorse del Recovery Fund si palesano come l'ultima ancora di salvezza per la Calabria. Ingenti somme sono destinate alle regioni del sud con l'obiettivo stabilito dall'Unione Europea di riequilibrare il gap socio-economico con il nord. Su cosa dovrebbe puntare in modo specifico la Calabria secondo lei? Quali i progetti e settori da privilegiare con le risorse del Recovery Fund?

"L'Europa è stata chiara: questi fondi servono per ristorare l'economia devastata dalla crisi da Covid-19, per sostenere lo sviluppo di regioni arretrate come la Calabria, e soprattutto per la transizione verde e digitale. I progetti vanno realizzati in questi ambiti. È sconcertante che molti politici pensino al Recovery Fund come a una sorta di bancomat senza limite di utilizzo con cui stanno facendo promesse a destra e a manca. Se andasse veramente così sarebbe un'altra occasione sprecata per il Sud e la Calabria".

Da ex Presidente del Consiglio Regionale ha avuto un punto di vista privilegiato rispetto al percorso della giunta guidata da Mario Oliverio. Cosa secondo lei non ha funzionato e in cosa bisognerà in modo specifico divergere rispetto a quel governo calabrese?

"Non è sulla giunta Oliverio, peraltro dopo un anno di malgoverno di centrodestra, che occorre esprimere un giudizio, ma sull'attuale fase del regionalismo italiano. L'istituto delle Regioni va profondamente riformato ma, in attesa che la politica nazionale si renda conto di dover rimettere mano al Titolo V della Costituzione, è necessaria e urgentissima una riforma dell'architettura complessiva della Regione Calabria. A questo occorre lavorare, traendo dal passato il buono delle esperienze e anche il negativo, per non commettere più gli stessi errori".

Cosa si sente di dire ai rappresentanti del polo civico Tansi e De Magistris? Il primo ha dichiarato che "Irto rappresenta la vecchia politica che sa di fregatura", il secondo 'Non ritiro la candidatura, ci fermeremo dopo aver vinto le elezioni'. Perchè questo astio secondo lei? Soprattutto non teme che possa essere decisivo (dividendo l'elettorato tra lei e il polo civico) in favore del centrodestra?

"E' noto che avevo messo la mia candidatura, e la possibilità di ritirarla, sul piatto di un accordo che fosse il più ampio possibile. Ha ragione lei: c'è astio e, vorrei aggiungere, odio. E' una linea disperata che immagina di poter lucrare qualche pezzetto di consenso. Quando non si hanno proposte credibili né credibilità politica, l'astio diventa un possibile sostituto per nascondere gli interessi che s'inseguono. Mi faccia aggiungere che c'è chi guarda la pagliuzza nell'occhio degli altri dimenticando la trave che è nel proprio. Quando il sindaco di Napoli, oggi in cerca di nuova occupazione in Calabria, faceva già l'europarlamentare, io stavo ancora finendo le scuole superiori. Secondo lei chi è il "vecchio", politicamente e anagraficamente? Comunque sia, non ho proprio nessun timore. Anche perché, ogni giorno che passa, il bluff si sgonfia".