Corte dei Conti: nel 2020 dieci sentenze di condanna a carico di docenti universitari con doppio lavoro

Nel 2020 la Corte dei Conti ha emesso dieci sentenze di condanna a carico di docenti universitari che, pur avendo un rapporto di lavoro a tempo pieno con gli atenei, hanno svolto incarichi extraistituzionali vietati o comunque non autorizzati. Lo riferisce la relazione del presidente della sezione giurisdizionale della Corte dei Conti, Rita Loreto, in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario della magistratura contabile calabrese. Nelle decisioni - si specifica nella relazione - e' stato "condiviso l'orientamento giurisprudenziale secondo cui la lesione del principio del tempo pieno e, dunque, la violazione dell'obbligo di esclusiva, pregiudica la sinallagmaticita del rapporto, poiché l'amministrazione finisce per pagare invano sia quella parte di energie lavorative del dipendente connesse all'impiego esclusivo, sia quella qualità del rapporto attinente alla predefinita ed equilibrata articolazione delle reciproche pretese".

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Tra i vari casi segnalati, la Procura regionale della Corte dei Conti ricorda che la sezione giurisdizionale "ha accolto integralmente la domanda della procura - per 188mila euro - nei confronti di una professoressa universitaria per il settore Farmacologia, Farmacologia clinica e Farmacognosia a tempo pieno, esercente anche attivita' libero professionale e attivita' d'impresa", con l'Universita' Magna Graecia di Catanzaro quale soggetto danneggiato. La Procura contabile cita infine un'altra sentenza, la numero 388 del 2020: "La citazione - si legge - e' stata notificata a docente che ha svolto, pur prestando servizio presso l'Universita' della Calabria con regime di impegno a tempo pieno, nella qualita' di ricercatore, tra il 2000 e il 2019, una serie di attivita' libero professionali extra-istituzionali a favore di committenti pubblici e privati, di natura continuativa, prive della prescritta autorizzazione e/o non autorizzabili, nonche' una vera e propria attivita' commerciale. L'importo complessivo richiesto e' stato di 851mila euro. La sezione giurisdizionale ha dichiarato la prescrizione per alcune poste riguardanti il riversamento dei compensi e ha condannato per il resto, quindi in parziale accoglimento della domanda, al pagamento di complessivi 479mila euro". (AGI)