Lotta al Covid, Furgiuele (Sips): “Il vaccino è sicuro. Ora un'adeguata campagna istituzionale”

Sta procedendo in Calabria la prima fase della tanto attesa campagna vaccinale contro il SARS-CoV-2, che nasce con l'obiettivo di tutelare inizialmente le categorie a maggior rischio (operatori sanitari e sociosanitari) e puntare a lungo termine all'immunità di gregge. A breve, nel rispetto del cronoprogramma definito dalla circolare Ministeriale del 24 dicembre, sarà coinvolta la popolazione generale. A tal fine il Presidente Regionale Calabria, nonché Componente del Direttivo Nazionale della Società Italiana di Promozione della Salute, Giuseppe Furgiuele, interviene sull'argomento cercando di fugare i dubbi e le incertezze che tanto stanno minando la credibilità di un vaccino che in questo momento rappresenta un grande contributo per arginare l'epidemia.

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"Come Società Scientifica Nazionale abbiamo il dovere deontologico e morale di sensibilizzare i cittadini sui vantaggi della vaccinazione per favorire la più ampia e consapevole adesione visto che nella seconda fase della programmazione regionale verrà estesa alla popolazione generale. A nostro giudizio manca una forte comunicazione istituzionale sull'argomento: questa precisazione credo sia doverosa visto che sui social ma anche in diverse trasmissioni televisive di largo seguito, si ascoltano quotidianamente dichiarazioni fuorvianti sulla bontà del vaccino.

Il tema è sicuramente complesso e va affrontato attraverso la conoscenza basata su criteri scientifici senza abbandonarsi a luoghi comuni, dicerie o sentito dire, metodo utilizzato purtroppo dai negazionisti che alimentano costantemente la diffusione di una nutrita quantità di bufale. Da esperti della Prevenzione proviamo a fare un po' di debunking cercando di fornire gli strumenti giusti in grado di rendere i cittadini consapevoli: una delle principali incertezze che sta condizionando l'adesione, riguarda ad esempio la sicurezza del prodotto.

Chiariamo subito che il vaccino è stato autorizzato solo dopo un'attenta valutazione del profilo di sicurezza in base agli studi effettuati nella fase di sperimentazione, durati sicuramente pochi mesi rispetto ai tempi abituali ma esclusivamente perché la ricerca ha visto la partecipazione di un numero assai elevato di persone e soprattutto grandi risorse economiche messe a disposizione in tempi rapidissimi. Il vaccino inoltre non introduce il virus vero e proprio come molti contestano, ma utilizza una componente genetica che porta nell'organismo di chi si vaccina l'informazione per produrre anticorpi specifici. Se, infatti, in un momento successivo, la persona vaccinata dovesse entrare nuovamente in contatto con il SARS-CoV-2, il suo sistema immunitario riconoscerebbe il virus e sarebbe pronto a combatterlo.

L'arrivo della variante inglese rappresenta un altro dei concetti utilizzati per mettere in dubbio l'opportunità della vaccinazione: c'è da dire che i virus a RNA come SARS-CoV-2 sono soggetti a frequenti mutazioni, la maggioranza delle quali non altera significativamente l'assetto e le componenti del virus. Molte varianti di SARS-CoV-2 sono state segnalate negli ultimi mesi ma finora non hanno alterato il comportamento naturale del virus, compresa la variante inglese sulla quale sono in corso valutazioni ma appare improbabile un effetto negativo sulla vaccinazione. In conclusione bisogna ricordare che essere vaccinati non conferisce un certificato di libertà: occorre continuare ad adottare le regole di comportamento preventivo imparate in questi mesi e destinate a rimanere ancora un elemento chiave anche nel futuro almeno finchè i dati sull'immunizzazione non saranno rilevanti. Infine non può mancare un plauso a tutti gli operatori dei Dipartimenti di Prevenzione della Calabria che nonostante le difficoltà con competenza e professionalità hanno lavorato nell'emergenza e in questo momento sono in prima linea nella campagna vaccinale".