Problema digital divide in Calabria: la situazione e perchè è importante risolverlo

articolo3Il digital divide, ossia il divario che esiste tra chi ha la possibilità di accedere in modo quotidiano ad internet e tutti i suoi servizi e chi no, è un problema serio che va affrontato ed azzerato nel minor tempo possibile.

Nonostante i tanti sforzi fatti negli ultimi anni, l'Italia è venticinquesima nella classifica della digitalizzazione dei Paesi dell'Unione. Dietro di noi solo Grecia, Bulgaria e Romania. Da ciò ne deriva una grave discriminazione per l'uguaglianza dei diritti esercitabili online con l'avvento della società digitale. Il divario digitale quindi è sempre più causa di un divario di altra natura: socio-economico e culturale.

Alcune regioni hanno dato via a piani importanti per l'azzeramento del Digital Divide, anche se la strada è ancora lunga. In Calabria, ad esempio, sono molti i comuni che stanno aderendo al progetto di "Banda larga e sviluppo digitale in Calabria". Si tratta, tra l'altro, di una iniziativa molto impegnativa, sia come ampiezza di lavori che di costi. Il progetto sarà portato avanti da Telecom Italia, con una spesa complessiva di ben 100.120.000,00 milioni di euro, dei quali oltre la metà (oltre 63 milioni di euro saranno di origine pubblica).

I lavori punteranno soprattutto ad ammodernare le strutture già esistenti adibite alla comunicazione, per cui la conclusione dei lavori dovrà avvenire in tempi brevi. Il bando è finanziato dalla Regione nell'ambito di un accordo tra Ministero dello Sviluppo Economico e Regione Calabria che stanzia 5 milioni di euro per la banda larga a valere sui fondi POR-FESR 2007-2013 Calabria.

Le attività di realizzazione del Programma di Interventi per lo sviluppo della Banda Larga nella regione Calabria si inquadrano nel Piano Nazionale per la Banda Larga approvato dalla Commissione europea e condurranno all'azzeramento del digital divide regionale. Saranno coinvolti in tutto o in parte 203 comuni calabresi. Grazie a questi progetti la Calabria risulta tra le regioni italiane maggiormente cablate (per il 70% del territorio contro il 60% della media nazionale secondo i dati Agcom).

Inoltre la regione è stata inserita insieme a Puglia e Sardegna nel terzo e ultimo bando per il piano BUL del MISE, gestito da Infratel e assegnato nel 2019 ad Open Fiber, proprio per poter garantire la fibra ottica in tutte le zone ancora scoperte. Con questo nuovo progetto ed uno stanziamento di 29 milioni di euro, Open Fiber, società compartecipata da Enel e Cdp e guidata da Elisabetta Ripa, si impegna a distribuire i propri servizi di rete in 370 comuni, o in modalità cablata FTTH (Fiber to the home) o in Wireless con la tecnologia FWA, con l'obiettivo di raggiungere circa 97 mila immobili entro il 2022.

I cantieri sono stati già avviati a Bianco in provincia di Reggio, a San Mauro Marchesato nel Crotonese, a Rovito, a Santa Maria del Cedro e Cerchiara nel Cosentino, a San Floro nel comune di Catanzaro e a San Calogero. Si ricorda che per FWA si intende una tecnologia di rete che sfrutta due postazioni fisse: una stazione radio del service provider o un ripetitore che comunica con un'antenna installata presso il cliente finale.

In questa terza settimana di Agosto 2020 Open Fiber ha inoltre collaudato le infrastrutture di Buseto Palizzolo in Sicilia, Pinzano al Tagliamento in Friuli Venezia Giulia, San Maurizio d'Opaglio in Piemonte, Issogne in Valle d'Aosta, Torlino Vimercati in Lombardia, oltre nei comuni con prescrizioni di Bonito in Campania, Orsenigo in Lombardia, Baucina in Sicilia, Vastogirardi e Castelbottaccio nel Molise, Collepietro in Abruzzo, Montefalco in Umbria, Bomporto e Bastiglia in Emilia Romagna, Labro nel Lazio, Dolegna del Collio in Friuli, Montescheno nel Piemonte e Monte cavallo nelle Marche.

Perché è importante azzerare il digital divide

Azzerare il Digital Divide è fondamentale non solo a livello lavorativo, ma anche dal punto di vista privato. Con una connessione stabile e veloce i cittadini possono facilmente accedere ai servizi di Smart Working oltre che dedicarsi ai propri passatempo preferiti come i social network ed i casino. Dal punto di vista aziendale, poi, si tratta di un punto cruciale. Secondo gli esperti, infatti, non si può parlare di Industria 4.0 e di crescita o competitività senza questo sostrato, perché l'Italia si deve rafforzare nella capacità di fare ecosistema in modo trasversale; un fattore che vale non solo per le telco (che oggi si stanno lanciando sempre più nell'offerta di servizi), ma anche per tutte le imprese italiane.