Domenico Bevacqua: "Nessun Papa nero come candidato"

bevacqua domenico consiglio regionaledi Francesca Gabriele - E' di poche parole il capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Domenico Bevacqua. Lo è sempre stato. Non rinnega nulla dell'esperienza di amministratore accanto a Mario Oliverio, però, ci dice "la stagione politica è cambiata e l'ho capito prima di altri". Per il nome del candidato a governatore, Bevacqua non si smuove di un millimetro dalla posizione che ha sempre esternato: "Non vedo perché abbracciare l'ottica, storicamente fallimentare, del "Papa nero" e rinunciare ad esprimere una risorsa tra forze responsabili per dare un'alternativa alla Calabria. Il Pd, quale forza di traino, numeri alla mano, di una coalizione progressista, dovrà indicare per primo un nome al tavolo. Lo faremo".

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Mario Oliverio è stato assolto in uno dei processi che lo vedono coinvolto. Quel processo che gli è costata la ricandidatura a governatore. L'ha sentito?

Al netto delle ricostruzioni e delle malizie di parte, il giudizio su Mario Oliverio è stato ed è meramente politico. La politica è autorevole se coraggiosa e Nicola Zingaretti ha inaugurato un nuovo corso all'insegna della discontinuità. Si è chiuso un ciclo e ora bisogna far sì che il PD guardi avanti, favorendo la rinascita della politica e dei partiti in questi anni totalmente assenti e ripiegati su sé stessi per volere magari di logiche di asservimento ai potenti di turno.

Ricordo la prima intervista con lei quando Oliverio la chiamò a far parte della giunta provinciale di Cosenza. Eravate una squadra vincente. Che cosa ha incrinato il vostro rapporto politico?

Nessun rapporto è stato incrinato. Il mio percorso politico al fianco di Mario Oliverio durante la "sua" stagione politica alla Provincia è stato onesto, trasparente, ma anche costruttivamente critico. Vorrei ricordare il mio sostegno in un momento in cui gran parte del gruppo dirigente regionale del centro sinistra cercava di scalzarlo da una sua riconferma alla Provincia. Forse allora qualche " mediocre" è stato fondamentale. Non rinnego nulla di quella esperienza che mi ha fatto maturare e crescere molto. Oggi la stagione è cambiata ed io, non so se per fortuna o capacità, l'ho capito prima di altri, così come le mie scelte lo confermano.

Lei ha spiegato il perché del suo "no" alla candidatura del sindaco di Napoli a presidente della Regione. Vi rimproverano di non concordare mai e di non aver portato un nome al Tavolo delle trattative...

È giusto che il candidato emerga da una concertazione tra le forze politiche sedute ad un tavolo che è serio, composto da persone serie e che come tali si comportano. Non vedo perché abbracciare l'ottica, storicamente fallimentare, del "Papa nero" e rinunciare a esprimere una risorsa tra forze responsabili per dare un'alternativa alla Calabria. Il Pd, quale forza di traino, numeri alla mano, di una coalizione progressista, dovrà indicare per primo un nome al tavolo. Lo faremo.

Perché il Pd non ha sostenuto la candidatura dell'avvocato Anna Falcone proposta da SI?

Come già dicevo prima, il tavolo ha deciso di individuare un candidato dal profilo politico e partitico, con esperienza amministrativa. Tutte le decisioni sono state concertate e condivise da tutte le forze. Al nome ci arriveremo.

A proposito di Sinistra italiana, il segretario Fernando Pignataro ha messo le mani avanti su De Magistris, ma è convinto si possa vincere. Lo è anche lei?

De Magistris ha vinto a Napoli sulle ceneri di un Pd dilaniato. Noi abbiamo ricostruito e abbiamo dimostrato nei numeri di essere presenti e credibili. La giusta via è la credibilità, la serietà, l'apertura e l'unità.

I pentastellati starebbero per ufficializzare il sostegno a De Magistris. Alla fine il Pd cederà?

A differenza di un anno fa, il M5S si è mostrato, in grandissima parte, responsabile e propenso a rappresentare, insieme alle altre forze progressiste, un'alternativa al Governo di Destra che nel 2020 non ha offerto nessuna soluzione ai calabresi, aggravando i problemi atavici di questa regione e non pensando al futuro.