Giacomo Mancini: “Non corriamo divisi”

mancini giacomo 600di Francesca Gabriele - La foto prima di ogni cosa. Questa è la premessa ogni volta che intervisto Giacomo Mancini. Quel Mancini, già deputato, già assessore regionale e che la politica la conosce bene, fin troppo e la conosce con tutti i suoi protagonisti. Sta lavorando in silenzio anche per la sua Cosenza tenendosi distante da beghe e pettegolezzi. "Oggi Cosenza – ci racconta - è una città devastata dalla crisi sociale ed economica resa ancora più drammatica dalla pandemia", ma è quando commenta la politica regionale che emerge il politico consapevole del momento difficile per questa regione e che ha la tutta la consapevolezza di come sia necessario ed urgente unire il centrosinistra. "Mi auguro che nel confronto in corso possano prevalere le ragioni dello stare insieme e di costruire una proposta politica coraggiosa che punti a rappresentare la voglia di riscatto dei calabresi. Spero tanto che ogni parte comprenda che correre divisi porta vantaggi solo alla destra".

Parlavamo con alcuni colleghi che quando Giacomo Mancini non esterna vuol dire che la politica ha toccato il fondo. È così?

Se mi chiamaste di più, esternerei più spesso! Al di là delle battute, in questa fase il sistema dell'informazione, salvo le lodevoli eccezioni, dà voce quasi esclusivamente a chi ha un ruolo nelle istituzioni e purtroppo tra questi sono in pochi a rappresentare davvero un territorio o a elaborare un pensiero lungo. Di conseguenza ne viene fuori un vuoto preoccupante. Ma la realtà è differente e per certi versi migliore.

La scomparsa prematura della Santelli ha destabilizzato il centrodestra. Sbagliamo nel dire che manca un leader in questa parte politica?

La prematura scomparsa dell'onorevole Santelli ha lasciato sgomenti amici e avversari. Non sta a me dirlo, ma in quello che era il suo campo non mancano dirigenti e amministratori capaci. Noto però che nel centrodestra le decisioni sono prese lontano dalla Calabria, senza che nessuno batta ciglio o faccia pesare il pensiero della nostra comunità. E questo è elemento negativo, soprattutto per i calabresi.

Non che vada meglio nel Pd e complessivamente nel centrosinistra. Centrosinistra che ha perso le ultime regionali e che sta aprendo ad un'alleanza con i penta stellati e gli esponenti del civismo. La sensazione è che al Pd in particolare manchi qualcosa. Condivide oppure no questa sensazione?

Non sono d'accordo. Personalmente penso che il Pd debba aprirsi, coinvolgere di più quanti si sono spesi in prima persona e dare spazio a quanti vogliono dare una mano, purtuttavia ritengo che per le regionali è stata messa in campo un'iniziativa lodevole da parte dell'onorevole Stefano Graziano per definire un'alleanza tra le formazioni che sostengono il governo nazionale allargata a movimenti e sensibilità civiche che si richiamano ai valori del centrosinistra. L'obbiettivo deve essere quello di definire un campo largo e polifonico che individui un candidato e un programma unitario. Da quanto mi riferiscono l'iniziativa sta procedendo positivamente. Al momento occorre ancore trovare una sintesi con il movimento ispirato dal geologo Carlo Tansi, che un anno fa ottenne un lusinghiero risultato e dopo l'estate ha conquistato la guida della città di Crotone. Mi auguro che nel confronto in corso possano prevalere le ragioni dello stare insieme e di costruire una proposta politica coraggiosa che punti a rappresentare la voglia di riscatto dei calabresi. Spero tanto che ogni parte comprenda che correre divisi porta vantaggi solo alla destra.

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Quando l'ho contattata per questa intervista lei mi ha chiesto di che cosa avremmo parlato. Le ho risposto di politica regionale, ma il mio intento era chiederle se corrisponde al vero che l'impegno per la candidatura a sindaco di Cosenza...

Immaginavo. È una domanda che mi fanno in tanti. Ogni giorno quando esco da casa ricevo incoraggiamenti e stimoli in questa direzione. Confesso che questi attestati di stima e di considerazione mi fanno davvero piacere e che non mi lasciano insensibili. Al momento sono impegnato a dare il mio contributo per mettere in campo anche a Cosenza una coalizione civica e sociale di centrosinistra. Mi auguro che sia possibile raggiungere l'obbiettivo. Subito dopo, ma con congruo anticipo rispetto al voto, sceglieremo tutti insieme la persona migliore per condurla alla vittoria.

Che città lascia Mario Occhiuto?

Oggi Cosenza è una città devastata dalla crisi sociale ed economica resa ancora più drammatica dalla pandemia. Ovviamente sarebbe ingeneroso e non giusto scaricare tutte le responsabilità sul sindaco Occhiuto. Pur tuttavia l'aver portato la città al dissesto finanziario per la prima volta nella sua storia, l'aver devastato il viale Giacomo Mancini e l'aver causato il sequestro di piazza Bilotti, sono colpe gravi che caratterizzano in negativo i dieci anni dell'amministrazione Occhiuto e che cancellano le positività che pur ci sono state.

Attraversare Cosenza "vecchia" è un dolore. Sarà ridata dignità prima o poi ad uno dei centri storici più belli del Paese?

Cosenza è un giacimento culturale. Ogni luogo racconta una storia rilevante. Arte, scienza, cultura, spettacolo. Ma anche odori, sapori, profumi, essenze. Ho sempre ritenuto che il fine ultimo dell'impegno politico sia quello di migliorare la propria terra e farvi nascere nuove opportunità per chi la vive. Maturando ho compreso che si può perseguire questo obbiettivo anche da fuori le istituzioni. Anche per questo da tempo ho investito nel centro storico di Cosenza. Sono partito da una considerazione di Hermann Hesse, il grande letterato tedesco, secondo il quale "per scoprire il senso più profondo di un luogo, è necessario dormire in una casa di quel luogo, non in un hotel internazionale". E così ho deciso di aprire le porte del palazzo di famiglia. Accogliendo i viaggiatori e ospitando gli appassionati di cultura. E insieme contribuendo a rafforzare un'azione di marketing territoriale che abbia ad oggetto Cosenza e la Calabria.

Nell'ultima intervista lei manifestava il suo affetto all'ex governatore Scopelliti che nella composizione della Giunta l'aveva chiamata a farne parte. Ha letto il racconto che Scopelliti fa dei giorni in carcere e di alcuni momenti importanti della politica regionale della quale anche lei è stato protagonista?

Ho letto le anticipazioni, pubblicate su alcune testate nazionali, sugli aspetti più intimi e personali. Mi ha colpito e commosso il suo racconto della ultima notte di libertà insieme ai suoi affetti più cari, prima di costituirsi in carcere. Non ho mai nascosto né rinnego l'amicizia personale con l'onorevole Scopelliti e gli auguro di ritrovare la serenità e insieme di non perdere mai la voglia di combattere in ciò in cui crede.