I Vescovi calabresi: "Senza coscienza, la Calabria muore"

Vescovi''Senza coscienza, la Calabria, un po' alla volta, inesorabilmente muore''. I Vescovi della Calabria scendono in campo attraverso il loro presidente per richiamare la politica alla sua reale funzione. ''Negli ultimi giorni, con foga crescente, quasi in una gara a creare confusioni nuove per cancellare quelle vecchie, divisioni e rancori hanno prevalso sulla scena'', rileva mons. Vincenzo Bertolone, presidente della Conferenza episcopale calabra e arcivescovo di Catanzaro-Squillace, sul portale ei vescovi calabresi. Bertolone chiama col loro nome le cose che stanno accadendo e denuncia ''fatti e misfatti che da qualche settimana a questa parte tormentano la già bistrattata Calabria''.

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Mons. Bertolone parla di ''problemi infilati sotto il tappeto come polvere, risposte poche, soluzioni ancor meno''. Avverte però il capo dei Vescovi della Calabria che ''nell'ansia di dimostrare la propria estraneità a tali fatti e misfatti, si dimentica che la politica non è soltanto gestione di questo o quell'ufficio o potere specifico, ma anche prospettiva e visione, confronto ed elaborazione''. Per il vescovo di Catanzaro, ''l'errore più grave è delegare tutto ad uno, o a qualcuno, sperando che questo basti per cambiare. In in un tempo in cui impera ciò che fa notizia sensazionale, sottrarsi a una responsabilità, magari modesta ma continua, è tentazione forte che si trasforma a volte in viltà, perché a venir meno non è l'indignazione o la spinta all'atto eroico, ma al coraggio del giorno dopo giorno. Poiché vince il desiderio di cavarsela col minore sforzo possibile, a tutela di una vita quieta e senza coscienza, la Calabria, un po' alla volta, inesorabilmente muore''.