Operazione Farmabusiness: così Tallini "forniva un contributo concreto al clan Grande Aracri"

tallini pc 600Parlavano delle loro strategie, e in particolare del progetto finalizzato ad accaparrarsi la distribuizione dei farmaci in tutta la provincia di Catanzaro, i membri dello stato maggiore del clan riuniti nella tavernetta di pertinenza della casa del loro capo, Nicolino Grande Aracri, a Cutro (Crotone). Non sapevano che il locale era disseminato di microspie installate dai carabinieri. Era il 7 giugno del 2014. E' in quella circostanza, come si legge negli atti, che emerge per la prima volta il ruolo di Domenico Tallini, il presidente del Consiglio regionale della Calabria, allora assessore regionale, arrestato stamane su richiesta della Dda di Catanzaro nell'ambito dell'operazione "FarmaBusiness". Il progetto al centro dell'inchiesta era in fase embrionale e mancavano le necessarie autorizzazioni amministrative. I partecipanti evidenzia la necessità di far agire il nascente consorzio nella massima legalità. Le microspie capitarono l'espressione "dobbiamo fare una cosa il più pulita possibile". Il gruppo di preoccupa di coinvolgere nell'operazione professionisti al di sopra di ogni sospetto, di valutare con accuratezza gli assetti economici e finanziari e, soprattutto, di ottenere le necessarie autorizzazioni da parte della Regione. Uno dei artecipanti al summit, Leonardo Villirillo, parla al riguardo dell'interessamento "dell'assessore" ovvero, secondo gli investigatori dell'Arma, Domenico Tallini. Quest'ultimo, come sarebbe emerso dal summit, si sarebbe occupato dell'iter burocratico e di "risolvere eventuali altre problematiche". "L'assessore", inoltre, secondo i partecipanti alla riunione, sarebbe potuto risultare utile anche per altre necessita' del clan. Tallini, secondo quanto detto nel corso della riunione, aveva gia' individuato 4 farmacie disponibili ad approvvigionarsi dei farmaci occorrenti dal costituendo consorzio. Con questo sistema il clan stimava di poter incassare centinaia di milioni di euro all'anno.

Tallini, "in qualità di assessore regionale fino al 2014, e quindi candidato alle elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale del 2014, e successivamente quale consigliare regionale, forniva un contributo concreto, specifico e volontario per la conservazione o il rafforzamento delle capacità operative dell'associazione, con la consapevolezza circa i metodi e i fini dell'associazione stessa, promettendo e assicurando, in cambio del sostegno elettorale (...) promesso ed attuato da parte del sodalizio, la sua disponibilità nei confronti dell'organizzazione 'ndrangheta, con la consapevolezza circa i metodi e i fini dell'associazione stessa, al fine di garantire ai referenti del sodalizio medesimo le condizioni per l'avvio prima e l'effettivo esercizio poi dell'attività imprenditoriale della distribuzione all'ingrosso dei prodotti farmaceutici, onde realizzare lo scopo del sodalizio del controllo della specifica attività economica". E quanto riporta l'ordinanza che ha portato all'arresto del presidente del Consiglio regionale della Calabria Domenico Tallini nell'ambito dell'operazione della Dda di Catanzaro contro la cosca Grande Aracri.

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"Intervenendo presso gli uffici pubblici, al fine di agevolare e accelerare l'iter burocratico per il rilascio di necessarie autorizzazioni nella realizzazione del 'Consorzio Farma Italia' e della società 'Farmaeko Srl', che prevedeva la distribuzione dei cosiddetti 'medicinali da banco' sul territorio nazionale, promuoveva la nomina del responsabile del relativo ambito amministrativo regionale e concorreva ad indurre i soggetti preposti a rilasciare la necessaria documentazione amministrativa e certificazione", si legge ancora nell'ordinanza, "Pur consapevole del reimpiego di capitali illeciti, provenienti dal delitto associativo di stampo 'ndranghestistico - prosegue l'ordinanza -, concorreva nei progetti commerciali inerenti la distribuzione di farmaci (...) ed imponeva, nella struttura societaria della Farmaeko Srl, l'assunzione e l'ingresso, quale consigliere, del proprio figlio Tallini Giuseppe, così da contribuire all'evoluzione dell'attività imprenditoriale del Consorzio farmaceutico, fornendo il suo contributo, nonché le sue competenze e le sue conoscenze anche nel procacciamento di farmacie da consorziare". In tal modo, si legge ancora nell'ordinanza, "rafforzava la capacità operativa del sodalizio nel controllo di attività economiche sul territorio, incrementando la percezione delle capacità di condizionamento e correlativamente di intimidazione del sodalizio, accrescendo la capacità operativa e il prestigio sociale e criminale".