'Ndrangheta in Lombardia, anche avvocato accusato di concorso e favoreggiamento dell'associazione a delinquere

toga15aprE' stato depositato questa mattina - nel corso dell'udienza davanti alla giudice Rossella Ferrazzi al tribunale di Busto Arsizio - l'avviso di conclusione delle indagini ed informazione di garanzia nei confronti di 5 persone accusate di aver svuotato le casse della City Parking srl, società riconducibile alla famiglia De Castro, confiscata nell'ambito del processo Krimisa (troncone bis), contro la 'Ndrangheta dell'alto-Milanese e del Varesotto. Si tratta dell'indagine che ha smascherato le cosche di Legnano e Lonate Pozzolo, rivelando le mani della criminalità organizzata sui parcheggi intorno all'Aeroporto di Malpensa. Il processo ha portato qualche giorno fa (l'8 settembre), a condanne da 8 a 18 anni: in particolare è stato condannato a 8 anni e 8 mesi il consigliere comunale di Fratelli d'Italia, Enzo Misiano, mentre la pena più alta è andata a Mario Filippelli, 18 anni; 14 anni e 8 mesi sono stati comminati invece al capolocale Vincenzo Rispoli, dal quale, secondo quanto riportato nelle indagini "doveva passare tutto" ciò che avveniva nella zona.

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Nel processo con rito abbreviato il gup milanese Anna Magelli ha condannato 24 imputati, confermando di fatto le ricostruzioni dei magistrati della Dda, Cecilia Vassena e Alessandra Cerreti, e le ipotesi investigative dei carabinieri speciliazzati nei reati di criminalità organizzata del Nucleo investigativo di via Moscova. Tra i 5 nuovi accusati di concorso e favoreggiamento dell'associazione a delinquere, anche l'avvocato Francesca Cramis, già legale dei De Castro, considerati cosca imperante nella zona e il consulente del lavoro Giampaolo Laudani, che avrebbe favorito "la ripartizione di denaro" che giaceva nelle casse del parcheggio. In base alla ricostruzione investigativa, l'operazione finanziaria, che ha svuotato i conti della società per oltre 40mila euro, era "funzionale a favorire l'organizzazione mafiosa e a sottrarre il valore alla società", che di lì a poco sarebbe stata sequestrata e poi confiscata. L'avvocato Cramis, è a sua volta legale di fiducia dello stesso consulente del lavoro Laudani, attualmente sotto processo e destinatario dello stesso provvedimento depositato questa mattina. Nel processo Krimisa sono stati condannati Emanuele De Castro e il figlio Salvatore, rispettivamente a 5 anni e 2 anni e 2 mesi. I due, dopo gli arresti, hanno deciso di collaborare con la giustizia. Uno dei punti salienti del procedimento è stata infatti la volontà di collaborazione di Salvatore De Castro, che più volte ha raccontato di essere stato convinto a 'pentirsi' dal figlio, per risparmiargli lo stesso destino di una vita "nell'illegalità e nel crimine": "Mi sono deciso a collaborare per mio figlio", aveva detto in aula l'11 luglio in aula, commuovendosi davanti alla corte.