“È difficile sapere cosa sia la verità, ma a volte è molto facile riconoscere una falsità” - Albert Einstein
HomeCalabriaRegionali, Amalia Bruni: "Il 5 e 6 ottobre possiamo cambiare la Calabria,...

Regionali, Amalia Bruni: “Il 5 e 6 ottobre possiamo cambiare la Calabria, serve responsabilità e partecipazione”

«Il 5 e 6 ottobre avremo l’opportunità di scegliere. Dopo tanti anni di governo della destra, oggi ci sono le condizioni per cambiare. Convincere chi non vuole andare a votare può fare la differenza e darci finalmente la possibilità di vincere».

È quanto affermato dalla consigliera regionale Amalia Bruni, candidata al Consiglio regionale nella circoscrizione Centro, nel corso di una iniziativa a Catanzaro, organizzata dai circoli cittadini del Pd. Alla presenza del segretario provinciale Gregorio Gallello.

«Oggi ci troviamo di fronte a una larghissima coalizione, cosa che non accadde quando nel 2021 venni scelta e identificata come candidata alla Presidenza – ricorda Bruni. Allora lo scenario era molto diverso e molto più difficile: c’era De Magistris, c’era il presidente Oliverio, c’era un PD commissariato e inesistente sui territori, e i Cinque Stelle che non sapevano se fossero con Conte o con Grillo. In quelle condizioni vincere era praticamente impossibile».

«In questi quattro anni – ha aggiunto Bruni – abbiamo lavorato moltissimo, anche se spesso si è detto che l’opposizione non si è sentita. La verità è che la maggioranza, e in particolare il presidente, si è accaparrato tutto: televisioni, stampa, spazi di visibilità. Occhiuto ha governato come un imperatore. Ogni intervento dell’opposizione galleggia per due minuti e poi scompare, e così la gente non sa quali battaglie abbiamo condotto in Consiglio. Questo perché in questi anni si è governato come un imperatore, svuotando di ogni esercizio di democrazia le scelte più importanti, a partire dalla sanità».

La consigliera torna ad esaminare e criticare la gestione sanitaria e l’utilizzo dei fondi europei da parte della maggioranza di centrodestra al governo della Regione. «In sanità – ha affermato – si è fatto poco più che scrivere carte, dimenticando che la vera sfida era il territorio. Solo il 10% dei malati dovrebbe arrivare in ospedale: il resto va gestito sul territorio con medici di base, specialisti e professionisti sanitari che non sono mai stati programmati. Ci siamo chiesti quanti infermieri servono? Assolutamente no. Abbiamo chiesto alle università come formare le nuove professioni? Nemmeno per idea. Alla domanda “qual è la sua visione per il sistema sanitario calabrese?”, l’unica risposta è stata una scrollata di spalle».

Poi l’affondo sul PNRR: «La Calabria aveva risorse mai viste prima, con 61 Case della comunità e 20 Ospedali di comunità programmati. Sapete a oggi quanti sono stati realizzati? Zero. E la spesa complessiva è ferma tra il 5 e il 15%. Così nel 2026 rischiamo di dover rendicontare il nulla. È l’ennesima occasione persa per la nostra terra».

Bruni ha sottolineato la gravità della mancanza di una strategia sulla prevenzione: «In Calabria abbiamo i peggiori dati d’Italia: più malati cronici, più poveri, mortalità perinatale doppia rispetto alla media nazionale, aspettativa di vita più bassa e in cattiva salute. In un contesto simile la prevenzione è essenziale, perché riduce del 60% le patologie croniche e migliora la qualità della vita. Eppure la prevenzione è stata totalmente dimenticata. E senza qualità della vita non c’è futuro».

«Sta a noi calabresi rivendicare i nostri diritti ma anche assumerci le responsabilità di fare le cose insieme. Se continuiamo a delegare al capo di turno o all’uomo di turno, abbiamo già perso. La politica deve tornare ad essere passione, competenza, gratuità dell’agire, concetti che sembrano spariti ma che sono fondamentali se vogliamo fare il bene della collettività», ha concluso Bruni.

 

Articoli Correlati