“Come d’incanto il centrosinistra calabrese scopre che nessuno tra i partiti che compongono l’opposizione ha il coraggio e i titoli per candidarsi alla presidenza della Regione. Eppure, questi impavidi, fino a qualche settimana fa sbraitavano dai loro comodi ombrelloni contro il presidente Occhiuto e contro il centrodestra calabrese, rei di non aver risolto in soli quattro anni tutti i disastri ereditati da decenni di mala gestione, soprattutto della sinistra al potere”. Lo afferma in una nota Pasqualina Straface, consigliere regionale di Forza Italia.
“Sembrava – prosegue – che non vedessero l’ora di rimettersi a far danni per il male della Calabria. Pareva che avessero davvero fretta di poter aspirare a governare un giorno la Regione perché erano tanti e tali i guai sul tavolo che non si poteva perdere neanche un minuto. E invece, assistiamo da oltre dieci giorni a uno spettacolo indecoroso, la solita messa in scena in cui i presunti leader non ne vogliono che sapere di candidarsi – ‘armiamoci e partite’ – e le seconde file non sono reputate reciprocamente dalle varie forze all’altezza del compito arduo che li attende. Intanto però, ci fanno sapere, che proseguiranno a riunirsi, anche da remoto, dalle loro residenze estive, per stilare un documento con almeno una decina di punti programmatici. Mentre a Roma, da quello che trapela, i big dell’opposizione, ne riparleranno con calma a ferragosto consumato”.
“La verità – conclude Straface – è che i calabresi non meritano questa classe politica di sinistra: repentini e mai domi a infangare, a invocare fuoco e fiamme contro gli avversari ma perennemente amorfi, ignavi, senza qualità e il minimo di decoro. Il presidente Occhiuto li ha nuovamente smascherati. Sono serviti soltanto dieci giorni per far comprendere agli elettori chi ci mette la faccia e il cuore per la nostra Calabria e chi pensa di vivere, pagato profumatamente, di politica, facendo solo comunicati stampa e chiacchiere da bar, senza avere coraggio e soprattutto senza voglia di lavorare e sporcarsi le mani fino in fondo”.