«È sconcertante che un‘importante organizzazione sindacale come la CGIL assuma, ancora una volta, una posizione di netta contrarietà verso un‘opera strategica come il Ponte sullo Stretto di Messina. Una presa di posizione ideologica e pregiudiziale che rischia di negare al Sud e all‘intero Paese una reale opportunità di sviluppo non solo infrastrutturale e tecnologico, ma anche occupazionale. Opportunità che dovrebbero essere al primo posto tra le priorità di un sindacato, che invece, evidentemente, dietro le sue critiche, cela obiettivi di altra natura».
La Senatrice della Lega Tilde Minasi commenta così le dichiarazioni del segretario generale della CGIL, Maurizio Landini, che in una lettera alla Commissione europea chiede, con la sua organizzazione, di bloccare l’autorizzazione per i lavori del Ponte, contestando le ragioni sociali, ambientali e tecniche dell’opera. Iniziativa alla quale la Senatrice risponde ribadendo il valore strategico del Ponte non solo come simbolo «capace di dimostrare al mondo l‘eccellenza tecnica e la capacità di visione dell‘Italia e di veicolarne l’immagine positiva», ma come motore concreto di sviluppo per il Mezzogiorno e per l‘intero sistema Paese.
«Il Ponte – dice Minasi – non è un‘astrazione o una suggestione, ma un‘infrastruttura concreta, progettata con rigore tecnico e accompagnata da una pianificazione complessiva che include opere ferroviarie, stradali e logistiche su entrambe le sponde dello Stretto. È un passaggio necessario per connettere realmente la Sicilia al continente e ridare centralità a un‘area del Paese troppo a lungo ignorata. Ma non solo: sarà anche uno strumento eccezionale di creazione di posti di lavoro.
Chi continua – osserva – a evocare il Sud solo per denunciarne i ritardi, e poi si oppone alla sola grande opera che quei ritardi punta a colmarli, non è credibile. Il Mezzogiorno ha bisogno di infrastrutture, lavoro, modernizzazione. Non di polemiche ideologiche e barricate fuori tempo massimo».
Nel riconoscere l‘importanza di garantire trasparenza, legalità e sicurezza in ogni fase del progetto, Minasi evidenzia che «è compito delle Istituzioni vigilare, non stoppare. Chiedere garanzie è giusto. Boicottare un‘opportunità storica per il Sud e per l‘Italia è irresponsabile. Soprattutto se, come dicono le stime del Governo, il progetto genererà fino a 120.000 posti di lavoro diretti e indiretti, rilanciando l‘intera filiera dell‘ingegneria e delle costruzioni. Può proprio un sindacato opporsi a questa prospettiva? E’ chiaro che questa posizione è solo strumentale e dettata dall’ideologia, non da un vero interesse per la tutela del diritto al lavoro.
La presenza del Ministro Matteo Salvini in Sicilia e in Calabria in questi giorni – precisa la senatrice reggina – proprio sui territori interessati dal progetto, dimostra ancora una volta, da un lato, quanto il Ministro stesso abbia a cuore questi territori e quanto creda nel progetto e nelle possibilità di crescita che offrirà al Sud e all’Italia e, dall’altro, anche che il Governo fa sul serio. Che non si limita agli annunci, ma lavora per aprire i cantieri, per garantire tempi certi, per rispondere ai bisogni reali delle comunità locali. È questo l‘approccio che serve. Dire sempre “no” – prosegue Minasi – solo per partito preso significa condannare l‘Italia all‘immobilismo. Non si può, con un riflesso ideologico ormai logoro, respingere ogni progetto strategico: no al Ponte, no alla TAV, no alle Olimpiadi, no a qualunque visione di crescita. Serve un cambio di passo. Serve il coraggio di costruire, quello che in primis la Lega sta dimostrando ogni giorno con il suo impegno, non la comodità di ostacolare. Oggi più che mai – conclude – abbiamo bisogno di decisioni responsabili, di visione e di azioni che guardino davvero al futuro».